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giovedì, Novembre 21, 2024

Camerun: Sant’Egidio porta aiuti nelle carceri. Amnesty, situazione allarmante per Covid-19

YAOUNDE’, 12 MAGGIO – Per sostenere la crisi umanitaria e sanitaria che si è sviluppata in seguito alla pandemia di Covid-19 la Comunità di Sant’Egidio in Camerun ha organizzato in questi giorni distribuzioni di generi alimentari e coperte in quattro prigioni nell’estremo nord del paese africano.

La distribuzione degli aiuti (foto S.Egidio)

In tutta l’Africa la situazione delle carceri sta continuando ad aggravarsi, ma in Camerun la Comunità ha inoltre promosso la liberazione di 12 prigionieri che avevano diritto ad essere liberati, ma che secondo Sant’Egidio erano stati “dimenticati” in prigione per motivi burocratici. Dalle prigioni del Camerun arrivano notizie confuse e allarmanti sulla diffusione del virus, secondo quanto scrive Riccardo Noury di Amnesty International.

Almeno un detenuto della prigione centrale Kondengui di Yaoundé è risultato positivo al tampone ed è stato trasferito in ospedale. Altri due detenuti sono morti pochi giorni dopo il rilascio. Ma i numeri – afferma Noury – potrebbero essere molto alti. Un detenuto della stessa prigione ha detto ad Amnesty International che ci sono molti ammalati e non si capisce da dove parta il contagio. I detenuti hanno paura di recarsi nell’infermeria perché lì ci sono molti positivi. A chi presenta sintomi viene somministrata una bevanda a base di zenzero e aglio. In una lettera inviata al ministero della Giustizia, un gruppo di detenuti ha denunciato che l’infermeria è ‘satura di prigionieri’ e il personale medico non riesce a gestire la situazione.

Gli aiuti (foto S.Egidio)

Il decreto emanato dal governo il 15 aprile ha favorito il rilascio di centinaia di prigionieri: 831 solo nella regione dell’Estremo Nord. Ma il sovraffollamento resta una realtà spaventosa: 432 per cento a Kondengui, 729 per cento nella prigione di Bertoua, 481 per cento in quella di Sangmelima e 567 per cento in quella di Kumba. Come in molti altri casi, scrive ancora la ong, il provvedimento non ha riguardato i prigionieri politici e di coscienza. Tra questi Mamadou Mota, vicepresidente del partito di opposizione Movimento per la rinascita del partito del Camerun; Mancho Bibixy Tse, che sta scontando una condanna a 25 anni solo per aver preso parte a proteste pacifiche contro l’emarginazione delle province anglofone del paese; Amadou Vamoulke, 70 anni, in cattive condizioni di salute, ex direttore della tv di stato, in detenzione preventiva dal 2016; e il più recente, Franck Boumadjieu, un attivista politico che aveva denunciato il silenzio del presidente Paul Biya all’inizio della pandemia.

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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