GINEVRA, 4 MARZO – L’UNCTAD (
La Cina è stato il maggior esportatore mondiale negli ultimi vent’anni e parte integrante delle reti produttive globali, affermandosi come un attore decisivo nella fornitura di componenti per molti prodotti, tra cui autoveicoli, telefoni cellulari, equipaggiamento medico e altro. Nell’ultimo mese, la Cina ha visto una drammatica riduzione del suo Purchasing Manager’s Index (PMI) a 37.5, il più basso dal 2004. Questo calo, che si traduce in una riduzione del 2% nella produzione su base annua, è una conseguenza diretta della diffusione del COVID-19.
Tale contrazione del 2% della produzione cinese si riverbera nell’economia globale, causando una diminuzione che è stata finora stimata a circa 50 miliardi di dollari nel mondo.
I settori maggiormente colpiti comprendono strumenti di precisione, macchinari, componentistica auto e apparati per la comunicazione. Unione Europea, USA, Giappone, Corea del Sud e Vietnam sono tra i paesi e le regioni più colpite.
Il fatto che i fornitori cinesi siano essenziali per molte aziende nel mondo comporta che gli effetti di qualunque scompenso produttivo in Cina si ripercuotano al di là dei suoi confini, con un impatto nelle catene produttive di valore europee, americane e orientali.
La stima degli effetti globali è soggetta a variazioni in funzione del contenimento del virus e di cambiamenti nelle fonti di approvigionamento. (@OnuItalia)