MADRID, 4 DICEMBRE – Intervento autorevolissimo oggi alla Cop25, la Conferenza dell’Onu sul clima che si sta svolgendo a Madrid. Papa Francesco ha infatti voluto far sentire la sua voce con un messaggio inviato a tutti i partecipanti, nel quale rileva che ”la crescente consapevolezza di un intervento sul cambiamento climatico è ancora troppo debole, incapace di rispondere adeguatamente al forte senso di urgenza di mettere in campo rapide azioni richieste dai dati scientifici a nostra disposizione”. ”Gli studi –scrive il papa– mostrano che gli impegni attuali degli Stati per mitigare il cambiamento climatico sono lontani da quelli necessari a ottenere gli obiettivi stabiliti dall‘accordo di Parigi nella Cop21 del 2015”.
”Dobbiamo chiedere seriamente a noi stessi – sottolinea Bergoglio – se c’è una volontà politica per stanziare con onestà, responsabilità e coraggio più risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, così come aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili”.
Per Francesco siamo di fronte ad una sfida di civiltà in favore del bene comune e di ”un cambiamento di prospettiva che metta la dignità al centro della nostra azione, chiaramente espressa nel ‘volto umano’ delle emergenze climatiche”. Quindi il Pontefice lancia un appello: ”Resta una finestra di opportunità, ma dobbiamo fare in modo che non venga chiusa. Dobbiamo cogliere questa occasione per azioni responsabili nel campo economico, tecnologico, sociale ed educativo, sapendo molto bene come le nostre azioni siano interdipendenti”.
Nell’analisi del pontefice infine anche il ruolo dei giovani, che oggi mostrano una crescente sensibilità per i complessi problemi che sorgono da questa emergenza. ”Non dobbiamo scaricare sulle nuove generazioni il peso dei problemi causati dalle generazioni precedenti – ha spiegato Bergoglio – Al contrario, dovremmo dare loro l’opportunità di ricordare la nostra generazione come quella che ha rinnovato e agito – con coscienza onesta, responsabile e coraggiosa – per il bisogno fondamentale di collaborare al fine di preservare e coltivare la nostra casa comune”.