ROMA, 30 OTTOBRE – Si è concluso a Roma nella Caserma Salvo d’Acquisto, nella sede dell’8° Reggimento Lazio, il corso di addestramento dell’Arma dei Carabinieri a favore delle Forze di Polizia Nazionali di Uganda e Ruanda.
Il programma, finanziato dalla Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni globali del MAECI, si inserisce in una più vasta pianificazione addestrativa da parte dei Carabinieri alle forze di polizia di vari Stati africani (Uganda, Ruanda, Unione Africana, Camerun, Kenya, Senegal, Zimbabwe) con le quali vi sono consolidati rapporti di cooperazione.
Le lezioni appena concluse hanno visto impegnati per due settimane dieci agenti dell’Uganda e dieci del Ruanda sul tema ‘‘Rispetto dei diritti umani in operazioni di Polizia’‘. E’ stato tra l’altro simulato lo svolgimento di un servizio di ordine pubblico con presenza di facinorosi che ha rappresentato la sintesi pratica delle attività svolte. Gli agenti a maggio e giugno avevano già preso parte ad un corso di primo livello su ‘Rispetto dei diritti umani’, ‘Tecniche di repertamento’, ‘Aliquote antiterrorismo’, ‘Controllo della circolazione stradale’ e ‘Rangers’, che si era svolto nei rispettivi paesi d’origine.
A consegnare gli attestati di frequenza al termine del corso è stato il Comandante dell’8°Reggimento Lazio, Colonnello Giuseppe Palma.
Nei giorni scorsi si è concluso anche il corso di formazione Protection of Cultural Properties: Legislation and Investigative Techniques svolto dai Carabinieri in favore di funzionari ministeriali e di polizia africani. Ai 18 partecipanti provenienti dal Botswana, Egitto, Ethiopia, Gambia, Ghana, Kenya, Lesotho, Nigeria, Rwanda, Seychelles, Sud Africa, Tanzania, Uganda, Zimbabwe e Togo è stato illustrato il modello di protezione realizzato e consolidato in 50 anni di storia del Comando (1969-2019), utilizzato anche per contrastare le continue minacce in danno del patrimonio culturale, in Italia e all’estero.
In particolare, le lezioni hanno avuto ad oggetto le Convenzioni Internazionali in materia di protezione del patrimonio culturale (AJA 1954, UNESCO 1970 e UNIDROIT 1995), le attività preventive eseguite a tutela dei siti archeologici, la consultazione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, i controlli di sicurezza anticrimine effettuati in favore dei luoghi della cultura quali musei, gallerie e biblioteche, con lo scopo di prevenire furti, rapine e danneggiamenti, il controllo alle dogane e l’importanza della catalogazione per una pronta tracciabilità dei beni. Inoltre, durante i periodi addestrativi, sono state illustrate alcune delle più complesse attività investigative portate a termine con successo negli ultimi anni dai militari del Comando TPC sviluppato nell’ambito dei corsi finanziati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. (@OnuItalia)