ROMA, 16 OTTOBRE – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha candidato Roma per il Summit sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite in programma per il 2021. “L’Italia, mi riempie d’orgoglio dirlo in questa sede, sarebbe onorata di poter ospitare il Summit”, ha detto Conte alla FAO in occasione del World Food Day.
“In tutto il mondo, la malnutrizione colpisce una persona su tre ed è il principale fattore di rischio di morte per malattie non trasmissibili. Le patologie associate all’obesità incidono sui budget sanitari nazionali per 2000 miliardi di dollari l’anno”: è quanto riporta il direttore generale della Fao, il cinese Qu Dongyu, in apertura di giornata.
“Fino a pochi anni fa”, ha detto Conte, “si parlava semplicemente di diminuire il numero delle persone che pativano fame e malnutrizione. Oggi diciamo, a voce alta, che il futuro che vogliamo per i nostri figli è quello di un mondo senza fame e in cui sia garantito l’accesso ad alimenti sicuri e nutrienti. Questa è la sfida che a cui siamo chiamati tutti noi, nessuno escluso”. Come ricorda la Fao infatti, Fame Zero non significa soltanto combattere la fame, ma nutrire, nel senso più profondo, con una dieta sana e sostenibile per l’ambiente.
Oggi intanto presso i locali della mensa della Farnesina, da qualche settimana già plastic free, si e’ tenuta un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione per promuovere menù bilanciati e sostenibili alla presenza del Sottosegretario Manlio Di Stefano. Il messaggio e’ triplice e circolare: “Mangia sano, vivi meglio, sostieni l’ambiente”.
La situazione in Italia – Fame e della malnutrizione non riguardano solo i Paesi del terzo mondo, ma anche quelli industrializzati nei quali le differenze sociali generano sacche di povertà ed emarginazione. Coldiretti, nella sua Mappa italiana della fame del 2018, ha evidenziato che in Italia sono 2,7 milioni le persone costrette a chiedere aiuto per mangiare, di cui oltre il 55% si trova nelle regioni del Mezzogiorno. Le maggiori criticità si registrano in Campania con 554 mila assistiti, in Sicilia con 378 mila e in Calabria con 300 mila, ma anche in Lombardia con quasi 229 mila persone in difficoltà alimentare. Tra le categorie più deboli degli indigenti a livello nazionale si contano 453 mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197 mila anziani sopra i 65 anni e 103 mila senza fissa dimora.
La maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei “nuovi poveri” (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) i quali, spesso per vergogna, preferiscono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Sono appena 113 mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte dei 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti. (@OnuItalia)