NEW YORK 23 SETTEMBRE – “Non accetteremo nessun meccanismo che possa incentivare gli arrivi. La nostra politica migratoria sara’ sempre una politica rigorosa che non arretra di un millimetro, perche’ l’Italia deve decidere chi arriva e chi non arriva nei suoi territori nel rispetto delle convenzioni internazionali”, lo ha detto il premier Giuseppe Conte oggi all’Onu alla luce dell’accordo di Malta sulla redistribuzione dei migranti in altri paesi europei. Un’intesa che a giudizio del premier rappresenta “una svolta”: e cioè'”una disponibilita a valutare un meccanismo solidaristico”, anche se questo meccanismo puo’ non essere quello definivo, in base al quale “si comincia ad affermare il principio che non può
essere solo l’Italia il primo approdo, ma che ci deve essere una rotazione”.
Per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio “oggi per l’Italia e’ una giornata importante per quel che riguarda la crisi migratoria. Sono contento e faccio i complimenti alla ministro Luciana Lamorgese per l’accordo raggiunto a Malta. Con una precisazione già fatta propria da Conte: “La redistribuzione non e’ la soluzione al fenomeno”, ha detto il ministro che sul tema migrazioni ha in agenda una fitta serie di incontri sia con colleghi dell’area nordafricana che con esponenti delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionale.
L’accordo in quattro punti di La Valletta tra Italia, Malta, Francia e Germania, con la presidenza finlandese di turno dell’Ue e la commissione Ue dovrà ora essere sottoposto agli altri paesi Ue. Tra i punti, uno prevede la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato. “Fa si’ che l’Italia oggi non sia piu’ sola nella gestione dei migranti ma siamo tutti d’accordo come paesi europei che bisogna intervenire sul fermare le partenze e soprattutto dove sono sono condizioni stabili in alcuni paesi, e ce ne sono, rafforzare gli accordi di rimpatrio volontario assistito”. Cruciale sullo sfondo di tutto la stabilizzazione della Libia che consentirebbe di fermare le partenze.
“Siamo tutti coscienti della situazione critica in Libia. L’Italia non rinuncia a riconoscere il legittimo di Sarraj, ma riconosciamo come interlocutore la Cirenaica e crediamo che con tutte le autorità sul territorio riconosciute dalla popolazione si debba creare un dialogo per raggiungere una soluzione politica”, ha detto Di Maio perche’ “non esiste una soluzione alla crisi libica che passa prevedere l’uso della forza”. Sia nella conferenza sulla Libia all’Onu venerdì che in quella di Berlino nelle prossime settimane i paesi coinvolti devono parlare con voce unica: “Nessuno deve provare a fare salti in avanti che possono solo far male alla soluzione libica”. Anche perche’ la Libia non e’ solo un problema legato ai migranti, ma “puo’ rappresentare un problema legato al terrorismo oltre a rappresentare un grande problema per le occasioni commerciali che potrebbero avere le nostre aziende in un territorio in cui l’Italia ha avuto storiche relazioni economiche e commerciali”. E poi il ruolo degli Usa: “Credo che gli americani saranno fondamentali nella gestione del dossier libico – spiega il titolare della Farnesina – come lo saranno tanti stati europei, la Tunisia, l’Algeria, il Marocco, l’Egitto, gli Emirati Arabi. Con il governo americano del resto abbiamo un ottimo rapporto che deriva dalla nostre storiche relazioni con gli Usa, nostri alleati, ma anche dalle nuove relazioni che si sono create grazie alla grande empatia tra Donald Trump e Giuseppe Conte”.
Oggi ai margini dei lavori dell’Onu, Di Maio ha incontrato il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), António Vitorino. E’ stata l’occasione per riaffermare il sostegno dell’Italia all’OIM quale partner decisivo nella gestione dei fenomeni migratori, con particolare riferimento ai Paesi di transito e lungo le rotte del Mediterraneo centrale. Il Ministro, ribadendo l’urgenza di una più efficace e strutturata solidarietà dei Paesi UE sui migranti, ha ricordato il contributo fondamentale fornito dall’OIM per la riduzione dei flussi irregolari nel Mediterraneo, il calo delle morti in mare e nella lotta ai trafficanti di esseri umani. (@OnuItalia)