VIENNA, 4 SETTEMBRE – Se è vero che lo sport è un veicolo formidabile per l’educazione, la salute, l’inclusione, ha il potere di riunire le persone, rompere le barriere linguistiche e culturali, diffondere i valori di amicizia, solidarietà e concorrenza leale, l’illegalità nello sport è particolarmente dannosa per la società, perché mina e corrode i valori etici che incarna. E’ il parere dell’Ambasciatore rappresentante permanete dell’Italia a Vienna Maria Assunta Accili che ha inaugurato ieri con il direttore dell’UNODC Yuri Fedotov la Conferenza sulla corruzione nello sport.
Sottolineando che pur essendo un motore per la crescita sociale ed economica, è anche un business fiorente e come tale è esposto al rischio di corruzione e altri comportamenti criminali, Accili ha aggiunto: ”Nessun paese è immune da questo rischio”.
Per Accili ”la corruzione rappresenta una minaccia complessa e sfaccettata allo sport: dalle partite truccate alle scommesse illegali, dall’assegnazione illegale degli appalti pubblici a quella per i grandi eventi”.
La risoluzione 7/8 può rappresentare il grimaldello per affrontare questa situazione e sostenere uno sforzo collettivo e concertato tra una varietà di protagonisti: governi, autorità di contrasto, comitati olimpici, associazioni sportive, società civile, settore privato.
‘’Riconoscere e affrontare il coinvolgimento della criminalità organizzata, che cerca di sfruttare la vulnerabilità dello sport alla corruzione al fine di realizzare profitti e anche riciclare denaro” è essenziale ha aggiunto Accili, secondo la quale ”le organizzazioni criminali coinvolte nello sport operano spesso oltre confine…..e questo richiede il rafforzamento della cooperazione giudiziaria e delle forze dell’ordine a livello internazionale, anch’esso basato sulla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale”.
Accili ha anche evidenziato che ”attraverso la risoluzione 7/8 e diverse iniziative in altri consessi multilaterali, l’Italia è in prima linea nell’azione internazionale per promuovere l’integrità nello sport e prevenire il coinvolgimento della criminalità organizzata”.
C’è in Italia, ha rilevato, ”una sensibilità molto alta sul tema: basti pensare, ad esempio, che il match-fixing è stato introdotto come reato 30 anni fa, nel 1989; che dal 2011 una piattaforma nazionale per le attività di coordinamento per prevenire e combattere le scommesse illegali e le partite truccate opera all’interno del ministero degli Interni, con il coinvolgimento delle autorità di contrasto e degli organismi sportivi; e anche che abbiamo sviluppato un sistema di segnalazione protetto a livello nazionale basato sulla cooperazione tra pubblico e privato specificamente concepito per i crimini nello sport. Una riforma recentemente approvata della governance dello sport mira a rafforzare la trasparenza e la responsabilità, preservando l’autonomia dello sport e garantendo il coordinamento tra gli organismi sportivi e le autorità governative”.
Accili ha concluso affermando che, in qualità di organizzatore di importanti eventi sportivi nei prossimi anni – in primo luogo i Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina nel 2026 – ”abbiamo una responsabilità speciale per garantire che l’ambiente sportivo rimanga sano e che lo sport continui a essere un catalizzatore per la promozione di valori etici, in particolare tra le giovani generazioni’’.