ROMA, 26 LUGLIO – Yemen senza pace: il gioiello della penisola arabica che aveva fatto innamorare Pasolini, non solo è un cumulo di macerie per la guerra che non accenna a fermarsi, ma dopo la fame e le epidemie di colera attende un altro flagello, le locuste. Nei prossimi tre mesi – avverte la FAO – la riproduzione estiva delle locuste del deserto, amplificata dalle forti piogge, può rappresentare una grave minaccia per le zone di produzione agricola di Sudan, Yemen, Eritrea e in parti dell’Etiopia e della Somalia settentrionale. Ciò potrebbe comportare conseguenze potenzialmente negative sui raccolti stagionali e sulle economie locali, pregiudicando la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza delle popolazioni dei paesi interessati.
Quest’anno sono stati effettuati intensi interventi di controllo aereo e terrestre in Iran (712.000 ettari), Arabia Saudita (219.000 ettari) e Sudan (105.000 ettari), che hanno sensibilmente ridotto le popolazioni di locuste, ma non sono riusciti a impedire la formazione e la migrazione degli sciami nelle consuete zone di riproduzione estiva in Sudan, Yemen, Corno d’Africa e lungo entrambi i lati del confine indo-pakistano.
Il rischio – da moderato a elevato – è che il problema della locusta del deserto potrebbe peggiorare ulteriormente nelle zone interne e costiere dello Yemen e nell’interno del Sudan, causando la formazione di sciami che potrebbero minacciare la produzione agricola entro la fine dell’estate. A questo seguirà un ulteriore ampliamento degli sciami lungo le due sponde del Mar Rosso nel corso del prossimo inverno, da novembre in poi.
Lo Yemen, il paese oggi colpito dalla crisi umanitaria più grave al mondo, è il più interessato e a maggior rischio, a causa delle diffuse infestazioni di numerosi “aggregati” di giovani locuste (che in questa fase si spostano in massa ma rimanendo a terra) e delle forti piogge, che a partire da questa settimana favoriranno la formazione di sciami, il che potrebbe dare origine a un’altra fase di riproduzione entro la fine di agosto se le condizioni meteorologiche si mantengono favorevoli alla riproduzione delle locuste. Nella peggiore delle ipotesi, in autunno gli sciami potrebbero migrare dallo Yemen al Corno d’Africa e raggiungere il Kenya entro la fine dell’anno, a meno che non vengano elaborate urgenti misure preventive e di monitoraggio. L’ultima volta che sciami di locuste del deserto hanno invaso il Kenya è stata nel 2007 e si sono resi necessari interventi aerei per riportare la situazione sotto controllo.
Creature pericolose
Una volta in grado di volare, sciami di decine di milioni di locuste possono percorrere fino a 150 km al giorno. La locusta del deserto (Schistocerca gregaria) vive circa tre mesi e la femmina depone circa 300 uova. Un esemplare adulto può mangiare pressappoco il proprio peso in alimenti freschi – pari a circa due grammi al giorno. In un giorno, uno sciame molto piccolo mangia la stessa quantità di cibo di circa 35.000 persone. Sono necessari urgenti interventi di monitoraggio delle locuste per tutelare le coltivazioni, mitigare il rischio di infestazioni nello Yemen e impedire agli sciami di invadere i paesi limitrofi.
Nello Yemen gli interventi di osservazione e controllo sono ostacolati dalla precarietà nelle aree di riproduzione delle locuste e da dotazioni e fondi operativi insufficienti. Per gestire parte del problema, la FAO ha rapidamente mobilitato 100.000 dollari, grazie a un contributo del Belgio attraverso il Fondo speciale per le attività di emergenza e riabilitazione (SFERA), e 200.000 dollari dalle proprie risorse per effettuare un’indispensabile campagna di prevenzione. La FAO sta già implementando una serie di misure urgenti per supportare gli interventi di monitoraggio e controllo nelle aree di riproduzione. L’Agenzia ONU ha inoltre avviato il processo di acquisto di ulteriori mezzi per aumentare la facoltà del Ministero dell’Agricoltura di controllare tempestivamente le aree infestate dalle locuste. Parallelamente, la FAO ha lanciato un appello generale alla comunità internazionale.
I principali destinatari sono agricoltori, allevatori di bestiame e nomadi che vivono nelle aree infestate dalle locuste, la cui sopravvivenza sarà protetta dai danni che le crescenti invasioni arrecherebbero alla produzione agricola e ai pascoli. I contributi aiuteranno circa 100.000 persone nelle province di Lahij, Shabwah, Hadramout, Abyan, Sana’a e Al-Hodeidah a salvaguardare le loro coltivazioni, prevenendo così i cattivi raccolti che potrebbero comportare un aumento della fame e della povertà nelle aree rurali, già colpite dalla guerra civile in corso.