VIENNA, 30 MAGGIO – Bruno Frattasi, presidente dell’ANBSC – l’organismo che si occupa dell’amministrazione e della destinazione dei beni confiscati – ha partecipato ieri a Vienna al gruppo di lavoro dell’UNCAC, la convenzione dell’Onu contro la corruzione.
Il prefetto ha illustrato l’esperienza italiana sul tema dei beni confiscati e sequestrati, ribadendo l’impegno per la restituzione alla collettività di ingenti patrimoni accumulati dalla criminalità organizzata e dalle mafie. Si tratta di migliaia di sequestri che negli anni hanno riguardato immobili, denaro, preziosi, beni artistici e che non sempre riescono a tornare alla collettività come prevede la legge più importante della normativa italiana in materia di sequestro dei beni della criminalità organizzata, la cosiddetta Rognoni – La Torre (l. 646 del 1982).
A questa legge sono seguite varie altre norme – la 109 del 1996, che consentì il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie – che sono infine state riorganizzate e raccolte nel Codice Antimafia (d.lgs. 159/2011), aggiornato dalla riforma del 2017.