NEW YORK, 27 MARZO – Lanciando un messaggio sul tema dell’acqua diritto per tutti, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, On. Sergio Costa, ha portato al Palazzo di vetro la candidatura italiana a ospitare nel 2020 la 26ma Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta al cambiamento climatico: “Siamo sicuri che voi accoglierete con favore ed entusiasmo, cioè gli stessi sentimenti che ogni giorno spingono noi ad andare avanti e a non fermarci”, ha detto il ministro intervenendo oggi all’Evento di Alto Livello sulle Interconnessioni tra Acqua e Azione Climatica organizzato dalla Rappresentanza Permanente del Tajikistan per evidenziare le sinergie tra l’Agenda 2030, in particolare l’obiettivo 6 sul ciclo dell’acqua, e l’Accordo di Parigi.
“Il tema dell’acqua e’ prioritario per l’Italia. L’accesso all’acqua e’ un diritto di tutti i cittadini e garantirlo e’ un dovere di ogni Stato. I cittadini italiani si sono espressi sul carattere pubblico dell’acqua con un referendum tenutosi 8 anni fa e ora abbiamo in Parlamento una legge, in linea con le norme europee, che scardina i meccanismi di aggregazione e privatizzazione che penalizzano i territori, aumenta gli investimenti nelle reti idriche, anche promuovendo il totale re-investimento degli utili nel settore, e incentiva il “plastic free” nella vita di tutti i giorni”, ha detto Costa osservando che, proprio partendo da questa forte motivazione interna, l’Italia porta la sua collaborazione e il suo aiuto in tutto il mondo affinché tutte le donne e tutti gli uomini del pianeta abbiano accesso all’acqua potabile.
Molti progressi sono stati fatti ma questo rimane un obiettivo irraggiungibile per gran parte della popolazione del mondo. 2,1 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 4,5 miliardi di persone non hanno servizi igienici sicuri. È in Africa – il continente maggiormente colpito dal cambiamento climatico – dove vive la metà delle persone che bevono acqua da fonti non sicure a livello globale dove gli emarginati o i discriminati per genere, età, stato economico o per identità etnica, religiosa o linguistica, hanno un accesso limitato all’acqua e ai servizi igienici adeguati, ha detto il ministro: “Bisogna allora lavorare affinché ci sia un accesso per tutti, senza discriminazioni, dando la priorità ai più bisognosi”. A questo scopo il Ministero italiano dell’Ambiente ha concluso accordi di cooperazione con una quarantina di Paesi, di cui molti in Africa, in molti dei quali sono previste azioni per l’acqua.
“L’accesso all’acqua nelle aree rurali, per il consumo e l’irrigazione, è il principale obiettivo di progetti che portiamo avanti a Gibuti, in Etiopia, nella Repubblica Democratica del Congo e in Sudan”, ha detto Costa che oggi a New York ha incontrato la Rappresentante Permanente italiana, Mariangela Zappia, e l’inviato speciale Onu per il vertice 2019 per il clima, Luis Alfonso de Alba, e che domani parlera’ in Assemblea Generale sulla protezione del clima: “Guidati dalle nostre controparti, in perfetta partnership, stiamo dotando diversi villaggi, in questi Paesi, di pozzi con sistemi di pompaggio ad energia solare, serbatoi sopraelevati, sistemi per la raccolta dell’acqua e per l’irrigazione. Cosi come in Botswana, Eswatini e Marocco stiamo realizzando progetti di edilizia verde, che promuovono il risparmio del consumo idrico e adottano sistemi di riscaldamento dell’acqua alimentati ad energia solare. In Ruanda, il progetto per “Lo sviluppo sostenibile delle aree umide urbane a Kigali” ha l’obiettivo di riqualificare 134 ettari di zone umide nelle aree urbane e periurbane della città di Kigali, attraverso la creazione di un parco ecoturistico urbano. Abbiamo inoltre un rapporto forte con Fiji, aggredite dal cambiamento climatico e con le Piccole Isole dei Caraibi: St Kitts and Nevis, Granada e Dominica”. (@OnuItalia)