GINEVRA 4 MARZO – 93 milioni di bambini disabili non possono essere lasciati indietro. Questo il monito dell’Onu a Ginevra in occasione della riunione annuale del Consiglio per i Diritti Umani, dedicata quest’anno all’empowerment dei minori con disabilita’. “L’Italia condivide pienamente il punto di vista che l’empowerment e’ cruciale per il godimento dei diritti umani. Questo anche attraverso una educazione inclusiva”, ha detto il Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra, Gian Lorenzo Cornado, nel suo intervento alla riunione in cui ha ricordato i termini della legge italiana secondo cui che “l’esercizio del diritto alla scuola non puo’ essere impedito sulla base dell’esistenza di disabilita’ dell’apprendimento o altre difficolta’ derivanti da disabilita’”.
In linea con il tema dell’incontro il quartier generale ginevrino aveva dotato la sala del Consiglio per i Diritti Umani di rampe accessibili ale sedie a rotelle, assumendo anche un interprete nel linguaggio dei segni e consentendo che alcuni interventi venissero distribuiti in Braille. “Gli Stati devono fare di piu’. Questi 93 milioni di bambini sono quelli che piu’ di altri corrono il rischio di venir lasciati indietro”, ha detto l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, aprendo l’incontro.
L’approccio italiano ha 50 anni di esperienza: negli anni ’70 l’Italia decise di adottare un modello di educazione inclusiva per integrare e includere gli studenti disabili nelle classi. “Da noi non ci sono classi differenziali”, ha detto l’Ambasciatore: “E’ stata creata una figura specifica, l’insegnante per le speciali necessita’. E di recente sono state adottate misure per rafforzare la cornice di inclusione attraverso percorsi di studio individuali, anche con il contributo di servizi di assistenza sociale, sanitaria e educativa e delle associazioni di settore”.
L’Italia – ha detto Cornado – ha anche sviluppato una serie di progetti legati alla formazione e corsi di addestramento per insegnanti anche attraverso l’uso di nuove tecnologie.
Pediatra prima di entrare in politica, la Bachelet ha ricordato la sua esperienza di quando faceva il medico: “La gente nascondeva questi bambini. Parlavano con noi, anche di fronte a loro, come se non esistessero”. Al contrario, “i bambini con disabilita’ devono avere voce in capitolo su tutto quello ch avra’ impatto sul corso delle loro vite. Devono essere messi nelle condizioni di raggiungere il loro pieno potenziale e godere a pieno dei loro diritti umani: questo richiede da parte nostra un cambiamento di atteggiamenti e fattori ambientali”. (@alebal)