NEW YORK, 27 FEBBRAIO – “Venti di speranza attraversano l’Africa. Il riavvicinamento tra Etiopia ed Eritrea, la rivitalizzazione dell’Accordo di Pace in Sud Sudan, la conclusione dell’Accordo di Bangui in Centrafrica sono sviluppi di grande importanza che devono incoraggiarci ad intensificare gli sforzi a sostegno della stabilizzazione e dello sviluppo sostenibile del Continente”, ha detto il Vice Rappresentante Permanente italiano presso le Nazioni Unite a New York, Ambasciatore Stefanile, intervenendo oggi al dibattito in Consiglio di Sicurezza sull’obiettivo di mettere a tacere le armi in Africa entro il 2020 (“Silencing the guns in Africa”).
L’iniziativa “Far tacere le armi in Africa” propone soluzioni africane a problemi che devono affrontare i Paesi africani. Compito della comunità; internazionale e’ di sostenerli per realizzare questa visione. Il dibattito del Consiglio era stato aperto dalla Sottosegretario Generale per gli affari politici e per il peacebuilding, Rosemary De Carlo. Notando che gli sforzi comuni UA-ONU hanno rafforzato la capacita’ del continente di individuare e disinnescare le crisi prima che esplodono, Di Carlo ha osservato che mettere a tacere le armi una volta per tutti richiede non solo la partecipazione di tutti, ma anche impedire che le armi vengano usate. In apertura di riunione i 15 avevano adottato una risoluzione di cui l’Italia e’ stata co-sponsor.
Secondo Stefanile,”l’impegno dell’Unione Africana per definire un piano d’azione a livello continentale ed i progressi conseguiti nell’attuazione dell’Architettura di Pace e Sicurezza Africana, anche attraverso il Fondo per la Pace e lo sviluppo di iniziative di mediazione e prevenzione dei conflitti, vanno attivamente sostenuti dalla comunita’ internazionale”.
Stefanile si e’ unito alla Di Carlo nel sottolineare l’importanza della cooperazione tra Onu e Unione Africana (UA) e ribadito che l’Italia resta a favore dell’impiego di fondi ONU a sostegno delle operazioni di pace a guida africana, a condizione che integrino standard adeguati di preparazione, equipaggiamento, trasparenza, disciplina e rispetto dei diritti umani.
“Mettere a tacere le armi in Africa entro il 2020 richiedera’ d’altra parte contrastare il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro, un’azione che l’Italia porta avanti a vari livelli contribuendo tra l’altro a iniziative concrete, come il programma UNODC di assistenza ai paesi del Sahel nell’applicazione del Protocollo addizionale alla Convenzione ONU di Palermo contro la fabbricazione e il traffico illecito di armi da fuoco”, ha detto sottolineando anche la necessita’ di rimediare alla fragilità istituzionale, alla carenza di buona governance e alle diseguaglianze socioeconomiche nel Continente. A tal fine, l’Italia sostiene programmi di formazione e di consolidamento delle capacità istituzionali in molti Paesi Africani. (@OnuItalia)