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Gerusalemme, l’Italia e tutto il consiglio di sicurezza contro gli Usa

NEW YORK, 18 DICEMBRE – Votata dall’Italia e da altri tredici membri del consiglio di sicurezza, la risoluzione contro la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come la capitale di Israele (e di spostarvi l’ambasciata americana), è stata bloccata lunedì dal veto degli Stati Uniti.

Era stato l’Egitto a presentare il testo del documento al Consiglio, convocato per parlare di Medio Oriente e della questione palestinese. Pur senza menzionare gli americani, il testo esprimeva il “profondo rammarico” per le recenti mosse sullo “status di Gerusalemme”. In quanto membro permanente dell’organo esecutivo dell’Onu (assieme a Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna), gli Stati Uniti possono, con il loro voto, bloccare ogni mossa. Ed è esattamente quel che è successo lunedì. Il testo è stato così respinto, anche se la vicenda ha ulteriormente confermato l’isolamento della Casa Bianca di Trump a livello internazionale e in particolare sulla questione medio-orientale.

Il voto favorevole dell’Italia sulla risoluzione su Gerusalemme è stato uno degli ultimi atti dell’anno di presenza nel consiglio di sicurezza come membro non-permanente. A fine anno, infatti, scadono i dodici mesi previsti da un accordo con l’Olanda, e quel seggio passerà all’Aja. Gli Stati Uniti hanno reagito con irritazione alla scelta italiana e degli altri paesi, a cominciare da tutti quelli occidentali “Quello che abbiamo visto oggi in Consiglio di Sicurezza Onu è un insulto, non lo dimenticheremo”, ha detto con tono vendicativo l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley.  Ma il suo collega britannico al Palazzo di Vetro, Matthew Rycroft, le ha ricordato che il documento bocciato dal veto di Washington era “in linea con le precedenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”.

AZ,18-12-2017

Arturo Zampaglione
Arturo Zampaglionehttps://onuitalia.com
Arturo Zampaglione è stato per quasi venti anni corrispondente da New York del quotidiano La Repubblica, per il quale continua a collaborare. Ha studiato a Roma e a Boston, dove ha preso un Master in affari internazionale alla Fletcher School of Law and Diplomacy. Nel 2003-2004 ha insegnato giornalismo internazionale alla New York University. Ha curato la pubblicazione del libro-intervista “La mutazione antiegualitaria” (Editori Laterza).

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