(di Alessandra Baldini)
NEW YORK, 24 MARZO – Una risoluzione “storica” e “un grande successo italiano” alla vigilia del G7 Cultura di Firenze del 30 e 31 marzo. Su proposta di Italia e Francia, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimita’ la prima risoluzione che affronta in modo organico la difesa del patrimonio culturale dell’umanita’ minacciato da guerre e gruppi terroristi come l’Isis.
“La difesa del patrimonio culturale e’ tradizionalmente uno dei pilastri della politica estera italiana”, ha detto il Sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola parlando in Consiglio subito dopo il voto su un testo maturato in ambito “Mediterraneo e mediorientale” e che ha ricevuto una settantina di co-sponsorizzazioni. Amendola ha citato un obbligo “non solo morale, ma anche un imperativo per la sicurezza mondiale”, ricordando che la vocazione dell’Italia in difesa della storia del mondo ha le sue radici nella storia del nostro Paese e nel fatto che l’Italia ospita il più alto numero di siti UNESCO sul proprio territorio.
Alla riunione ha partecipato il comandante del nucleo dei carabinieri impegnato nella tutela del patrimonio culturale, Generale Fabrizio Parrulli. La speciale unita’ dell’Arma, un modello di eccellenza italiana riconosciuta a livello mondiale, sta lavorando con l’UNESCO alla definizione di un accordo che consenta il dispiegamento all’estero sotto bandiere ONU della task force Unite4Heritage. I cosiddetti “caschi blu della cultura” sono gia’ entrati in azione dopo gli ultimi terremoti che hanno colpito l’Italia – ha spiegato il generale – e il protocollo d’intesa in dirittura di arrivo ne permettera’ l’impegno internazionale.
La risoluzione e’ “grande successo italiano”, ha commentato a Roma il ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini, mentre a New York la Direttrice Generale dell’UNESCO Irina Bokova ha reso omaggio alla leadership italo-francese nella messa a punto di un testo che “deplora e condanna” la distruzione e il saccheggio di siti archeologici, musei, archivi, biblioteche, il contrabbando di reperti attraverso il quale si finanzia il terrorismo internazionale e accoglie la richiesta di prevedere, quando richiesto, una componente culturale in seno alle missioni Onu di peacekeeping.
“Stiamo facendo un investimento nel futuro”, ha spiegato dopo il voto Amendola, affiancato allo stake out da Audrey Azoulay, ministro della Cultura e della Comunicazione francese e una dei nove candidati alla successione della Bokova. Ai giornalisti che gli chiedevano l’entita’ delle risorse necessarie a tradurre la risoluzione in realta’, Amendola ha osservato che “quel che impegniamo oggi difendendo il patrimonio di Siria, Mali, Iraq, lo risparmieremo in un domani in termini di aiuto allo sviluppo in Paesi in cui il patrimonio culturale ha lo stesso potenziale di reddito, in termini di turismo, del petrolio”. (@alebal)