HAIFA, 5 GENNAIO – Allora come oggi. Shuni, Esther e Rivka compiono un viaggio a Santa Maria di Leuca e nei piccoli comuni circostanti, alla ricerca di informazioni, testimonianze e documenti scritti e fotografici che possano aiutarle a ricostruire la storia della loro infanzia. “Rinascere in Puglia. Shores of light, Salento 1945-47” diretto da Yael Katzir e’ un documentario che ripercorre la storia di migliaia di profughi ebrei che trovarono riparo e salvezza in Puglia dopo essere sopravvissuti alla Shoah e in viaggio verso quello che sarebbe diventato poco dopo lo stato di Israele.
Il documentario, presente la regista, sara’ presentato dall’Istituto Italiano di Cultura di Haifa il 12 gennaio presso la locale Cineteca (Shderot HaNassì 140) come primo appuntamento dedicato al Giorno della Memoria 2016.
Una storia simile a quella del campo 17 dell’UNRRA a Grugliasco in Piemonte. Diverse centinaia di bambini nacquero nel Salento ma dopo poco tempo ripartirono con i loro genitori per la terra di Israele, lasciandosi alle spalle le origini italiane. Grazie anche al materiale d’archivio, si scopre che i profughi ebrei trovarono su queste coste un ambiente accogliente e familiare e furono aiutati dai cittadini a integrarsi nella comunità e da medici e suore per la nascita e crescita dei propri figli. Yael Katzir ha adottato differenti stili di regia, scelta che riesce a creare dei momenti di profonda commozione e documentazione storica, riportando alla luce un avvenimento del secolo scorso forse poco ricordato, ma dal grande valore umano.
“Molti film sono stati girati sull’Olocausto, ma questo inimmaginabile capitolo di storia e’ ancora pieno di sorprese”, spiega Yael: “Il film si concentra sull’immediato dopoguerra e racconta la storia dei campi per Displaced Persons all’estrema punta dello stivale. Per queste persone era una fase transitoria, o meglio, un periodo di recupero verso una vita normale lungo la strada verso Israele”.
La regista rivela di esser stata “catturata” dal sole, il mare, ma soprattutto dal calore degli italiani verso i sopravvissuti. Questo l’ha spinta a raccontare una straordinaria storia di rinascita che mostra “il ruolo e il potere di donne determinate a riempire i vuoti delle loro famiglie perdute e che hanno avuto il coraggio di dare alla luce il loro primo figlio quando ancora non avevano una casa e neppure un documento di identità'”. Nel reparto maternità del campo di Santa Maria di Leuca nacquero centinaia di bambini: 50 di loro sono stati rintracciati oggi in Israele. (@alebal)