CAPO DI PONTE (Brescia), 28 OTTOBRE – Quaranta anni fa l’Arte rupestre della Valcamonica è stato il primo sito italiano inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. In occasione dell’anniversario il Centro Camuno di Studi Preistorici ha deciso di dedicare il suo XXVII Valcamonica Symposium a questa ricorrenza. Il congresso a Capo di Ponte in provincia di Brescia si articolerà su tre giornate dense di incontri, di scambio tra ricercatori e amministratori impegnati nello studio e nella salvaguardia del patrimonio di arte rupestre. In contemporanea si terrà l’assemblea annuale del PRAT – CARP Itinerari culturali del Consiglio d’Europa – “Cammini dell’arte rupestre preistorica europea”.
La proposta dell’iscrizione fu avanzata da Emmanuel Anati, direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici, e dall’allora Assessore alla Cultura di Regione Lombardia Sandro Fontana. Il riconoscimento fu attribuito alla Valle Camonica in relazione ai criteri III e VI dell’UNESCO e su una valutazione dell’ICOMOS: “porta testimonianza di una civiltà del passato… con idee, con credi, con lavori artistici o letterali d’eccezionale valore universale” ed ancora: “… le incisioni rupestri della Valcamonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. L’interpretazione, la classificazione tipologica e gli studi cronologici su questi petroglifi hanno apportato un contributo considerevole nei settori della preistoria, della sociologia, dell’etnografia”.L’arte rupestre della Valle Camonica fu quindi inserita nella Lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO non solo per la sua particolare importanza storico-archeologica, ma anche per la qualità degli studi ad essa correlati che hanno aperto nuovi orizzonti per la comprensione della cultura umana.