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venerdì, Novembre 7, 2025

80 anni FAO: dal Papa a Mattarella la condanna dell’uso della fame come arma di guerra

ROMA, 16 OTTOBRE 2025 – L’ottantesimo anniversario della FAO e la Giornata mondiale dell’Alimentazione si sono intrecciati oggi in una cerimonia solenne a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di Papa Leone XIV e di numerosi capi di Stato e rappresentanti internazionali. L’evento, ospitato nella sede dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha segnato anche l’inaugurazione del nuovo Museo e Rete per l’Alimentazione e l’Agricoltura, pensato per raccontare la storia e il futuro della sicurezza alimentare nel mondo.

Nel suo intervento, Mattarella ha denunciato ”l’inaccettabile regresso del multilateralismo” in un’epoca in cui conoscenze e risorse dovrebbero rendere la fame un ricordo del passato. Ha ricordato che, nonostante i progressi scientifici e tecnologici, milioni di persone continuano a soffrire di insicurezza alimentare e che ”un mondo senza fame” resta una meta lontana. Il Presidente ha sottolineato il valore della cooperazione e della responsabilità condivisa, ricordando che ”le istituzioni internazionali impegnate contro la fame sono strumenti preziosi che meritano il sostegno dei cittadini e dei governi”.

Ma l’atto di accusa più duro è venuto dal Pontefice. ”Il silenzio di coloro che muoiono di fame grida nella coscienza di tutti, anche se spesso viene ignorato, messo a tacere o distorto – ha detto Papa Leone –  Non possiamo continuare così, perché la fame non è il destino dell’uomo, ma la sua rovina”. ”Gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l’uso del cibo come arma di guerra. Sembra sempre più lontano il consenso espresso dagli Stati che considerano la morte per fame deliberata un crimine di guerra, così come l’impedire intenzionalmente l’accesso al cibo a intere comunità o popoli”.

Per il Papa ”il diritto internazionale umanitario vieta senza eccezioni di attaccare i civili e i beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni. Alcuni anni fa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato all’unanimità questa pratica, riconoscendo il legame tra conflitti armati e insicurezza alimentare e stigmatizzando l’uso della fame inflitta ai civili come metodo di guerra. Questo sembra essere stato dimenticato, poiché, con dolore, siamo testimoni del continuo ricorso a questa strategia crudele, che condanna uomini, donne e bambini alla fame, negando loro il diritto più elementare: il diritto alla vita”.

La fame  per il Pontefice è ”una negazione della dignità umana e una colpa collettiva…Chi patisce la fame non è un estraneo, è mio fratello e devo aiutarlo”, ha detto, invitando a non abituarsi all’idea che milioni di persone muoiano di fame in un mondo che produce più del necessario. Ha poi richiamato i dati diffusi dalla FAO: 673 milioni di persone soffrono la fame e oltre 2,3 miliardi non possono permettersi un’alimentazione adeguata, ricordando che l’obiettivo ‘Fame Zero’ dell’Agenda 2030 è ancora lontano.

Il direttore generale della Fao Qu Dongyu ha sottolineato da parte sua come l’anniversario rappresenti un momento per riflettere sul cammino compiuto e sulle nuove sfide poste da guerre, crisi climatiche e disuguaglianze.

Tra gli ospiti internazionali anche il re Letsie III del Lesotho, la regina Letizia di Spagna, la principessa Basma Bint Ali di Giordania e il presidente dell’Uruguay, a testimonianza della dimensione globale del tema.

La presenza congiunta di Mattarella e del Papa, insieme ai rappresentanti di numerosi Paesi e istituzioni internazionali, ha dato alla cerimonia un valore simbolico e politico di grande rilievo. In un mondo attraversato da guerre, disuguaglianze e migrazioni forzate, la fame torna al centro del discorso globale come misura della civiltà umana e banco di prova della solidarietà internazionale.

La Fao compie 80 anni ma guarda avanti. Tra i corridoi del nuovo museo si intrecciano memoria e futuro: la testimonianza di quanto è stato fatto e la promessa, ancora aperta, di ciò che resta da fare per rendere il cibo un diritto universale e non un privilegio.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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