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domenica, Luglio 20, 2025

Giornata Mondiale contro la Violenza Sessuale nei Conflitti: l’Italia tra diplomazia, cooperazione e giustizia

ROMA, 19 GIUGNO – Con 41.370 episodi verificati, il 2024 ha registrato il più alto numero di gravi violazioni contro i bambini in situazioni di conflitto armato da quando, quasi 30 anni fa, è stato istituito il mandato delle Nazioni Unite su questo tema. Si tratta di un aumento del 25% rispetto al 2023 ed è il terzo anno consecutivo con cifre allarmanti. “I Paesi con i livelli più alti di violazioni nel 2024 sono stati Israele e i Territori Palestinesi Occupati, in particolare la Striscia di Gaza, la Repubblica Democratica del Congo (RDC), la Somalia, la Nigeria e Haiti, si legge nel rapporto del Segretario Generale pubblicato oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015 con la risoluzione A/RES/69/293.

“Le grida di 22.495 bambini innocenti, che dovrebbero imparare a leggere o giocare a pallone, ma che invece sono stati costretti a imparare come sopravvivere a sparatorie e bombardamenti, dovrebbero tenerci svegli la notte”, ha dichiarato Virginia Gamba, Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU per i Bambini e i Conflitti Armati: “Questo deve essere un campanello d’allarme. Siamo a un punto di non ritorno”. Il numero più elevato di violazioni riguarda 11.967 bambini uccisi o mutilati, seguito da 7.906 casi di negazione dell’accesso umanitario. Quasi tutte le violenze sono aumentate nel 2024, incluse quelle contro scuole (+44%), lo stupro e gli abusi sessuali (+34%) mentre il numero di bambini vittime di violazioni multiple è cresciuto del 17%, spesso coinvolti in rapimenti, reclutamento forzato e violenza sessuale: “Una escalation allarmante della brutalità”.

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti, è fondamentale tenere accese le “luci accese” per donne e ragazze: “Questo significa finanziare pienamente servizi completi, salvavita e centrati sulla persona sopravvissuta: salute sessuale e riproduttiva; supporto psicologico e psicosociale; assistenza legale; e spazi sicuri e riservati per la guarigione e la denuncia – senza vergogna né colpevolizzazione”, ha detto la Direttrice esecutiva di UNFPA Natalia Kanem intervenendo oggi al Palazzo di Vetro in un evento co-organizzato dall’Ufficio della Rappresentante Speciale per la Violenza Sessuale nei Conflitti (SRSG-SVC), dall’Ufficio del Rappresentante Speciale per i Bambini nei Conflitti Armati e dalla Missione Permanente dell’Argentina. L’iniziativa, dal titolo “Breaking the Cycle, Healing the Scars”, ha posto l’accento sugli effetti intergenerazionali della violenza sessuale legata ai conflitti (CRSV), riconoscendola come una minaccia alla sicurezza collettiva, alla coesione sociale e alla pace sostenibile.

Eventi globali per rompere il silenzio

Nel corso dell’evento oggi all’Onu di New York sono stati ribaditi gli impegni multilaterali per affrontare i crimini di CRSV, inclusi i contributi al Conflict-Related Sexual Violence Multi-Partner Trust Fund (CRSV MPTF), un fondo multilaterale che promuove la guarigione informata dal trauma e centrata sui sopravvissuti. Come sottolineato nella concept note ufficiale, la risposta non può essere limitata all’emergenza: serve un impegno prolungato per spezzare il ciclo di violenza, stigma e impunità.

L’Italia: una risposta multilivello

Partecipando oggi a un dibattito alle Nazioni Unite, il Vice-Rappresentante Permanente italiano all’Onu Gianluca Greco ha ribadito l’incrollabile impegno italiano per sradicare le violenze sessuali legate ai conflitti che rappresentano una infame violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale. Nel dibattito imperniato su come spezzare il ciclo di violenze in situazioni di guerra e di emergenza, Greco ha sottolineato l’importanza della prevenzione anche in vista della candidatura italiana al Consiglio per i Diritti Umani nel biennio 2026-2028.

L’Italia si distingue per un approccio integrato e coerente nel contrasto alla violenza sessuale nei conflitti, con azioni che spaziano dalla diplomazia internazionale alla cooperazione allo sviluppo, fino alla formazione specializzata. La Farnesina è da anni attiva nei negoziati ONU sul tema dei diritti delle donne, sostenendo risoluzioni chiave e promuovendo raccomandazioni tramite l’Universal Periodic Review (UPR). L’Italia è inoltre firmataria della Convenzione di Istanbul dal 2014, il primo strumento giuridicamente vincolante a livello europeo volto a prevenire e contrastare la violenza contro le donne e la violenza domestica.

Dal punto di vista operativo, nel 2023 l’Italia ha destinato 3 milioni di euro al Women’s Peace and Humanitarian Fund (WPHF), contribuendo a sostenere progetti guidati da donne in contesti fragili come Siria, Afghanistan e Malawi. Nel 2024, l’Italia ha rafforzato il proprio impegno con un contributo di 1,5 milioni di euro all’UNFPA per la crisi in Palestina, includendo interventi specifici per donne e bambine sopravvissute alla violenza, come la distribuzione di farmaci salvavita, kit igienici e materiali per il parto sicuro.

Formazione sul campo a Vicenza con il CoESPU

L’Italia promuove anche la prevenzione della CRSV attraverso programmi di formazione rivolti alle forze di pace. Il CoESPU (Centro di Eccellenza per le Stability Police Units) di Vicenza ha formato oltre 8.000 peacekeepers su diritti umani, diritto internazionale e contrasto alla violenza di genere. Questo centro rappresenta una delle migliori pratiche italiane nella proiezione operativa del rispetto dei diritti umani nei teatri di missione ONU.

Un impegno collettivo per rompere il ciclo

La Giornata ONU del 19 giugno 2025 rappresenta un’occasione per riflettere su quanto ancora resta da fare per porre fine alla violenza sessuale nei conflitti. Il messaggio è chiaro: non basta condannare, è necessario investire in sistemi di giustizia accessibili, assistenza psicologica, formazione mirata e supporto alle comunità colpite.

Con il motto “#EndRapeInWar”, le Nazioni Unite chiedono una mobilitazione globale. L’Italia, con la sua diplomazia attiva, i fondi destinati a programmi ONU e l’impegno sul campo, conferma di essere tra i Paesi più determinati a trasformare questa giornata in un’azione concreta e duratura. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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