GINEVRA, 5 GIUGNO – Per la Giornata internazionale dei Peacekeepers delle Nazioni Unite, il Rappresentante Permanente d’Italia presso l‘ONU a Ginevra, Ambasciatore Vincenzo Grassi, è intervenuto all’evento intitolato ‘Il Futuro del Peacekeeping’, promosso annualmente dall’Ufficio delle Nazioni Unite presso la sede del Memoriale del Parc de l’Ariana.
Tra gli interventi quello della Direttrice Generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, Tatiana Valovaya; del Presidente dell’Associazione Internazionale delle Forze di Pace (IASP), Laurent Attar-Bayrou; del Rappresentante Permanente del Ghana, Emmanuel Antwi; e della Responsabile delle Relazioni Internazionali per la Difesa delle Forze Armate Svizzere, Maggior Generale Germaine J.F. Seewer.
Grassi ha aperto il suo intervento ricordando la solida tradizione italiana nel fornire sia supporto finanziario sia operativo alla diplomazia preventiva e alle missioni di pace delle Nazioni Unite – sin dalla missione in Congo del 1960 fino al nostro ruolo centrale in Libano nel quadro di UNIFIL – sottolineando che ”l’Italia è il settimo contributore finanziario al peacekeeping ONU e il primo fornitore di Caschi Blu tra i Paesi del Gruppo dell’Europa occidentale (WEOG)”.
Ha inoltre valorizzato il contributo decisivo del Global Service Centre delle Nazioni Unite (UNGSC) di Brindisi e del Centro di Eccellenza dell’Arma dei Carabinieri di Vicenza (CoESPU) alle operazioni di mantenimento della pace, menzionando anche le iniziative italiane della Task Force ‘Caschi Blu della Cultura’ e del ‘Group of Friends for Leading on Environmental Management in the Field’ (LEAF), lanciato nel 2017 con il Bangladesh.
Il Rappresentante Permanente ha quindi ribadito l’impegno dell’Italia, in linea con l’iniziativa UN80 promossa dal Segretario Generale Antonio Guterres, a contribuire a un quadro operativo ancora più efficace ed efficiente per le operazioni di pace delle Nazioni Unite. In tale contesto, ha ricordato la visione italiana secondo cui ”pace, risposta umanitaria e diritti umani sono indivisibili”, sottolineando in conclusione che ”l’integrazione del mantenimento della pace con la diplomazia, l’accesso umanitario e la tutela dei diritti umani non è solo un imperativo morale, ma anche un’esigenza operativa”.
Durante la cerimonia, i presenti hanno osservato un minuto di silenzio in memoria dei Caschi Blu, civili e militari, caduti nell’esercizio delle loro funzioni.