ROMA, 20 GENNAIO – Forti preoccupazioni sulla possibile approvazione del Ddl sicurezza da parte del Parlamento italiano sono state espresse dai Sei Special Rapporteurs delle Nazioni Unite che si sono rivolti al governo italiano in una lettera inviata al Governo nello scorso mese di dicembre.
I Relatori dell’Onu sottolineano come alcune disposizioni, se non modificate, potrebbero essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia in materia di tutela dei diritti umani, così come stabiliti dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. In particolare, scrivono, gli articoli 9 (diritto alla libertà e alla sicurezza e divieto di detenzioni arbitrarie), 12 (diritto alla libertà di movimento), 14 (diritto a un processo equo), 17 (diritto alla privacy), 19 (diritto alla libertà di espressione e di opinione), l’articolo 21 (libertà di riunione) e l’articolo 22 (libertà di associazione) destano preoccupazione e critiche.
Sulla base di queste osservazioni i sei rappresentanti delle Nazioni Unite hanno avanzato anche alcune richieste di modifica del disegno di legge. Dunque, dopo l’OSCE e il Commissario sui Diritti Umani del Consiglio d’Europa, stavolta sono ben sei Relatori Speciali dell’ONU a dirsi preoccupati per questo disegno di legge con il quale, l’Italia, rischia di porsi fuori dal consesso internazionale in materia di tutela dei diritti umani.
”Dinanzi a così tante e qualificate prese di posizione Governo e Parlamento dovrebbero tornare sui propri propositi – si legge in un documento diffuso dall’Associazione Antigone, attraverso la voce del suo presidente, Patrizio Gonnella – rendendosi conto di quale vulnus giuridico e democratico stiano portando avanti. L’Italia perde credibilità e prestigio internazionale se si pone ai margini delle democrazie liberali. La democrazia è principalmente protezione delle minoranze. Non si può ad esempio punire con 8 anni di carcere il detenuto che disobbedisce passivamente. E’ incredibile”.