ROMA, 8 NOVEMBRE – Un approfondito studio della FAO, a cui hanno partecipato 156 paesi, conferma che i costi nascosti dei sistemi agroalimentari mondiali ammontano a circa 12 mila miliardi di dollari all’anno. Di questi, il 70 percento circa (8.100 miliardi di dollari) è la conseguenza di abitudini alimentari non salutari ed è correlato a pericolose malattie non trasmissibili (MNT) come le malattie cardiache, l’ictus e il diabete, con costi di gran lunga superiori rispetto a quelli legati al degrado ambientale e alle disuguaglianze sociali.
Lo Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2024 (SOFA) prende le mosse dai dati contenuti nell’edizione del 2023 per fornire un’analisi ancora più approfondita, sfruttando il metodo della contabilità dei costi effettivi per portare alla luce l’intera gamma di costi e benefici associati alla produzione, alla distribuzione e al consumo di prodotti alimentari, inclusi i cosiddetti ‘costi e benefici nascosti’, che non si riflettono nei prezzi di mercato. Il rapporto aggiorna le stime dei costi, suddividendole per tipologia di sistema agroalimentare, e traccia una tabella di marcia per la trasformazione dei nostri sistemi agroalimentari.
Inoltre, spiega con dovizia di particolari che, nei sistemi agroalimentari più industrializzati dei paesi a reddito medio-alto e alto, i costi nascosti globali scaturiscono in gran parte dai costi legati alla salute e, a seguire, dai costi nascosti dell’impatto ambientale.
Nell’esaminare le ripercussioni sulla salute, il rapporto individua 13 fattori di rischio alimentare, tra cui una dieta povera di cereali integrali, frutta e ortaggi, un consumo eccessivo di sodio e l’elevata assunzione di carni rosse e processate, con marcate differenze tra i vari sistemi agroalimentari.
Per facilitare l’analisi, il documento introduce una tipologia che classifica i sistemi agroalimentari in sei gruppi distinti: in crisi protratta, tradizionale, in via di espansione, in via di diversificazione, in via di formalizzazione e industriale. Questo schema permette di comprendere fedelmente le difficoltà e le opportunità proprie di ciascun sistema, consentendo l’elaborazione di politiche e interventi su misura.
Oltre ai rischi alimentari, anche l’impatto ambientale delle pratiche agricole non sostenibili concorre in modo sostanziale ad accrescere l’onere dei costi nascosti. I costi associati alle emissioni di gas a effetto serra, al ruscellamento dell’azoto, al cambiamento della destinazione dei suoli e all’inquinamento idrico sono particolarmente alti nei paesi con sistemi agricoli in via di diversificazione, dove la rapida crescita economica è accompagnata da modelli di consumo e produzione in continua evoluzione e dove si stima che tali costi raggiungano la cifra di 720 miliardi di dollari. Anche i sistemi agroalimentari in fase di formalizzazione e di tipo industriale devono far fronte a costi ambientali ingenti. Tuttavia, a subire i costi ambientali più alti a livello relativo, equivalenti al 20 percento del PIL, sono i paesi alle prese con crisi protratte.
I costi sociali, tra cui si annoverano la povertà e la malnutrizione, sono più diffusi nei sistemi agroalimentari tradizionali e in quelli colpiti da crisi protratte. L’esistenza di tali costi, rispettivamente compresi tra l’8 e il 18 percento del PIL, evidenzia l’impellenza di migliorare i mezzi di sussistenza e di integrare gli interventi umanitari, gli aiuti allo sviluppo e le azioni di costruzione della pace.
Il rapporto SOFA 2024 sottolinea l’importanza di adattarsi ai contesti locali e di saper cogliere le priorità delle parti interessate, portando ad esempio studi di casi che si riferiscono a paesi e tipologie di sistemi agroalimentari diversificati, tra cui Australia, Brasile, Colombia, Etiopia, India e Regno Unito.
Un appello all’azione collettiva
Nel complesso, il rapporto auspica una trasformazione dei sistemi agroalimentari ispirata a valori che ne promuovano la sostenibilità, resilienza, inclusione ed efficienza. Questa impostazione implica un allontanamento dalle tradizionali misurazioni di indicatori economici come il PIL, per fare affidamento sul metodo della contabilità dei costi effettivi, che tiene conto anche dei costi nascosti. Un simile approccio consente ai responsabili dei processi decisionali di fare scelte più consapevoli, che aumentano il valore sociale dei sistemi agroalimentari, riconoscendone il ruolo fondamentale nella sicurezza alimentare, nella nutrizione, nella conservazione della biodiversità e nell’identità culturale. Si tratta di un tipo di trasformazione che richiede, inoltre, il superamento delle divisioni settoriali, l’allineamento delle politiche sanitarie, agricole e ambientali, e la garanzia che costi e benefici siano equamente suddivisi tra tutte le parti interessate.