ROMA, 29 OTTOBRE – Gaza, Libano Sud e sicurezza dei caschi blu dell’UNIFIL sono stati i temi affrontati ieri tra il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto il suo omologo israeliano, Yoav Gallant che hanno avuto un incontro a Gerusalemme.
L’incontro fa parte di una più ampia iniziativa, avviata da Crosetto con il G7 della Difesa, e proseguita incontrando i suoi omologhi dell‘Arabia Saudita e della Turchia. Durante il colloquio, i due ministri della Difesa hanno analizzato nel dettaglio la situazione a Gaza e nel sud del Libano, sottolineando la necessità di creare le condizioni per una soluzione duratura che garantisca la stabilità dell’intero Medio Oriente.
Nel corso dell’incontro, Crosetto ha ribadito la necessità di una piena attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per garantire che nel sud del Libano, tra la Linea Blu e il fiume Litani, solo le Forze Armate Libanesi (LAF) e UNIFIL siano in possesso delle armi.
Entrambi i ministri hanno concordato come debba essere fatto ogni possibile sforzo per proteggere l’UNIFIL e la popolazione civile ed evitare il loro coinvolgimento negli scontri con Hezbollah, sottolineando la necessità di rivedere e rendere più efficace e attuale il mandato dell’UNIFIL.
I due ministri hanno auspicato il rapido rilascio degli ostaggi detenuti dai terroristi di Hamas e accolto con favore la capacità di difesa delle forze di autodifesa israeliane, che hanno protetto la popolazione civile dai recenti attacchi iraniani, evitando una pericolosa ulteriore escalation. Il Ministro italiano ha insistito affinché si raggiunga nel più breve tempo possibile un cessate il fuoco che consenta di riavviare le azioni diplomatiche. Parallelamente, hanno ribadito l’importanza di sostenere le Forze Armate Libanesi, il cui rafforzamento è cruciale affinché si creino le condizioni di sicurezza necessarie per consentire il ritorno degli sfollati, sia nel sud del Libano sia nel nord di Israele. Infine, la discussione ha affrontato la situazione in Siria, la cui stabilità è un fattore determinante per la sicurezza e la stabilità dell’intero Medio Oriente.
A proposito dell’impegno di UNIFIL quanto sta accadendo in Medioriente fa temere il peggio agli italiani. Secondo un sondaggio condotto da Alessandra Ghisleri, il 40,9 per cento non esclude una possibile escalation. Con l’attacco alla missione Unifil in Libano, infatti, un italiano su 2 è convinto che i rapporti tra Italia e Israele siano peggiorati. Questo però non vale per i più giovani. Per il 73,2 per cento di chi ha fra i 18 e i 25 anni non c’è stato un inasprimento del rapporto a fronte di un dato nazionale che vede solo 1 italiano su 3 (28,1 per cento) su questa posizione. I veri dubbi nell’opinione pubblica nascono dal significato dell’obiettivo della missione.
In una recente rilevazione di Euromedia Research, il 45,1 per cento degli intervistati crede che la missione Onu sia stata inutile. Per quanto riguarda invece le sorti di Unifil, gli intervistati si dividono tra chi dichiara che è una missione che deve rimanere in Libano a presidiare il confine per mantenere un equilibrio (39,7 per cento) e chi invece è convinto che debba lasciare il territorio (35,3) perché ha dimostrato tutta la sua inefficacia.