ROMA, 29 AGOSTO – Da due giorni Israele ha cominciato ad attaccare apertamente la Cisgiordania, che finora era in apparenza rimasta fuori al conflitto che invece ha investito la striscia di Gaza.
Le forze armate israeliane avrebbero ordinato agli abitanti del campo profughi di Nur Shams, a est di Tulkarem, di lasciare la zona nel giro di poche ore. E’ quanto ha riferito l’agenzia palestinese Wafa e notizie analoghe vengono riportate anche dalla tv satellitare al-Jazeera. Almeno 10 palestinesi sono rimasti uccisi in una serie di operazioni lanciate dall’esercito israeliano in diverse altre parti della Cisgiordania e la Mezza Luna Rossa ha reso noto che le sue squadre hanno trasportato 10 corpi e 22 feriti negli ospedali della zona.
Tulkarem è una delle aree nel a nord della Cisgiordania in cui Israele ha confermato di aver avviato un’operazione “antiterrorismo”.
Ma l’Onu ha denunciato con fermezza “la crescente risposta militare” da parte di Israele nella Cisgiordania occupata, affermando che queste operazioni “violano il diritto internazionale” e pongono “il rischio di peggiorare una situazione già esplosiva”. L’Ufficio dei diritti umani dell’Onu, guidato da Volker Turk, sottolinea infatti che “gli scontri tra le forze di sicurezza israeliane e i palestinesi armati in Cisgiordania costituiscono un conflitto armato secondo il diritto umanitario, per cui l’uso della forza in Cisgiordania deve rispettare le norme dei diritti umanitari e gli standard applicabili alle operazioni di sicurezza”.
“Il ricorso a caccia ed altre armi e tattiche militari da parte delle forze israeliane viola questi standard e porta ad esecuzioni extragiudiziarie ed altri assassinii, come alla distruzione di abitazioni ed altre infrastrutture palestinesi”, continua la dichiarazione che poi si riferisce all’ennesimo attacco da parte di coloni in Cisgiordania, avvenuto lunedì in cui un palestinese è stato ucciso ed altre tre feriti, con le forze israeliane che sono rimaste inerti.
Hamas accusa l’Idf di voler “espandere la guerra di Gaza”; destinata a durare giorni anche l’operazione antiterrorismo dello Stato ebraico che ha imposto il coprifuoco nella zona est di Jenin. Preoccupato il presidente dell’Anp Abu Mazen che ha sospeso la visita in Arabia Saudita ed è tornato a Ramallah.
Da parte sua il segretario generale dell’Onu Guterres ha chiesto a Israele di fermare le operazioni militari in Cisgiordania. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Danon, ha risposto subito: “Non staremo a guardare bus e bar che esplodono; nostro obiettivo è prevenire il terrorismo”.
Nei raid sui campi profughi a Jenin e Tubas, ci sono stati almeno 11 morti; e ancora Idf in azione anche a Ramallah, Qalqylya e Tulkarem: qui la notte scorsa 5 morti in una moschea, terroristi secondo l’Idf. Venti arrestati inoltre in più città, tra loro anche bambini. Hamas denuncia l’escalation e avverte: riprenderemo gli attentati suicidi.