ROMA, 12 FEBBRAIO – Israele ha deciso di negare l’ingresso nel Paese all’italiana Francesca Albanese, inviata del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata “alle sue oltraggiose affermazioni che ‘le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all’oppressione israeliana’”.
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha rincarato la dose eche “Il tempo del silenzio ebraico è passato. Affinché l’Onu riacquisti credibilità, Antonio Guterres deve denunciare inequivocabilmente le dichiarazioni antisemite della loro ‘inviata speciale’ Francesca Albanese e rimuoverla immediatamente dal suo incarico. Impedirle l’ingresso in Israele servirà a ricordare duramente le atrocità commesse da Hamas, compreso lo spietato attacco agli innocenti”.
“Mi sarei sorpreso se le fosse mai stato permesso di andare in Israele”, ha commentato il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, in risposta a chi chiedeva di esprimersi sul fatto che lo Stato ebraico avesse vietato l’ingresso alla Albanese. E sul fatto che Israele ne abbia chiesto il licenziamento, ha precisato: “I relatori speciali sono indipendenti e nominati dal Consiglio dei diritti umani. Il segretario generale Guterres non ha l’autorita’ di assumerli ne’ di licenziarli”. Inoltre, “anche se hanno il logo e un titolo Onu accanto al loro nome, i relatori speciali lavorano in modo completamente indipendente dal segretario generale, lui non ha idea di cosa facciano, di cosa dicano e di dove siano”.
Rispondendo due giorni fa ad un post di Le Monde, Albanese aveva scritto: “Il ‘più grande massacro antisemita del nostro secolo’? No, signor Emmanuel Macron. Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro giudaismo, ma in risposta all’oppressione di Israele. La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime”. (@OnuItalia)