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venerdì, Maggio 17, 2024

Gaza: tra evacuazioni degli ospedali, colleghi da salvare e un piatto di pasta, ‘Diario da Gerusalemme’ di MSF

ROMA, 16 GENNAIO – L’organizazione Medici senza Frontiere continua a lavorare e resta presente a Gaza nonostante la continua escalation di bombardamenti e combattimenti. Il capo Ufficio stampa dell’organizzazione umanitaria, Maurizio Debanne, si trova in queste settimane in quel teatro di guerra e ha deciso di scrivere un Diario da Gerusalemme che può fornire una fotografia della situazione. Eccone alcune pagine.

”Al mio arrivo a Gerusalemme, una delle prime persone che conosco è Paul, originario del Canada. Trascorro con lui gran parte della mia prima giornata di missione. In poche ore memorizzo la suoneria del suo telefono. Appena suona (spesso), risponde, si alza, sparisce per un po’, e quando torna capisci dal suo sguardo se la situazione è grave. Paul gestisce la sicurezza degli spostamenti dei team a Gaza. Quando diventa impossibile restare in un ospedale, perché fuori si combatte, è lui che coordina le evacuazioni. ”Siamo sempre in una condizione di evacuazione, da un posto a un altro. Come la popolazione, che soffre ancora più di noi”.
Paul è un operatore umanitario di MSF dagli anni novanta. ”La sofferenza umana è uguale in tutto il mondo, ma probabilmente questa è la mia missione piu difficile, certamente quella emotivamente più impattante”, racconta.

Il telefono squilla di nuovo, ma non sono brutte notizie. E’ suo figlio dal Messico, vuole sapere come sta. Torniamo a parlare e gli chiedo dell’attacco al convoglio di MSF del novembre scorso. ”Ero al telefono con i colleghi mentre sparavano. Ho sentito le urla, gli spari”. Qualche giorno fa Paul ha gestito l’evacuazione dei colleghi dall’ospedale di Al-Aqsa. I combattimenti erano a pochi metri. Ora la sua speranza è quella di occuparsi presto del movimento inverso, riportare i nostri medici in quell’ospedale, così come negli altri che abbiamo dovuto lasciare.

Quella sera Paul ha voglia di cucinare la pasta. Ci tiene a fare lui il sugo, gliel’ha insegnato sua madre, proponendomi di occuparmi della cottura. Ammette di essere preoccupato di fare tutto lui con un italiano di mezzo. La pasta era al dente, quanto al sugo lui rimane convinto di aver fatto il ragù. Gli ho spiegato che aglio, peperoni e alloro non sono nella ricetta originale. Ma a Paul non interessa più di tanto. E da Gerusalemme mi sento di dargli ragione.

A presto, Maurizio.

Maurizio Debanne è il capo ufficio stampa di MSF. Sarà a Gerusalemme per tre settimane e da lì scrive questo diario

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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