ROMA, 3 GENNAIO – In tempo di bilanci non poteva mancare quello riguardante la perdita di vite umane tra i bambini di tutto il mondo non solo in Ucraina e Gaza, ma anche in quelle cosiddette guerre dimenticate che in 17 anni hanno causato oltre 120 mila piccoli morti.
L’Unicef ha infatti richiamato l’attenzione anche sulle guerre dimenticate di Siria, Yemen, Sudan e molte altre: tra il 2005 e il 2022 almeno 120.000 minori sono stati uccisi o mutilati nel corso di ostilità in tutto il mondo.
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite sono vittime due volte: perché non possono difendersi e perché sono i più fragili e i primi a pagare le conseguenze di qualsiasi estremizzazione, sia armata come quelle dei conflitti che climatica, come frane o inondazioni: emergenze mondiali che tra il 2022 e il 2023 si sono moltiplicate con la guerra in Ucraina, l’attacco di Hamas del 7 ottobre e la risposta israeliana a Gaza, portando al numero mai registrato prima di 400 milioni di bambini coinvolti in aree di crisi nell’anno appena concluso. “Vedo dappertutto manifestazioni con gli slogan ‘Free Palestine’ o pro Israele, ma nessuno scende in piazza per dire che neanche un bambino deve morire in guerra”, afferma amareggiato il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini, ricordando che secondo i dati Onu, tra il 2005 e il 2022 almeno 120.000 bambini sono stati uccisi o mutilati nel corso di ostilità in tutto il mondo. E richiama l’attenzione su quei conflitti dimenticati, di cui nessuno più parla.
“Quando si spengono i riflettori, cala il silenzio: come é successo in Siria, Yemen, Sudan. Ora i titoli sono su Gaza, di meno sull’Ucraina, ma quelle guerre passate in secondo piano non smettono di provocare emergenze umanitarie devastanti, specie per l’infanzia. Oggi stiamo vedendo una catastrofe a cui non si assisteva dalla Seconda guerra
mondiale. I numeri sui bambini in guerra fanno paura”, dichiara Iacomini. Che sottolinea come uno dei temi più delicati per il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia sia la deportazione di minorenni ucraini in Russia dall’inizio dell’invasione. “Non abbiamo dati certi. Tuttavia per l’Unicef questo è un argomento di grandissima sensibilità, è al centro della nostra attenzione”, dice. In quasi due anni di guerra in Ucraina 560 bambini sono stati uccisi nei bombardamenti e 1.200 feriti sono rimasti feriti.
Secondo le notizie che arrivano da Gaza, dall’inizio delle operazioni militari israeliane nella Striscia sarebbero stati uccisi 5.350 bambini e feriti circa 9.000, mentre 1.750 risultano dispersi. In Israele oltre 35 bambini sono stati bruciati vivi o feriti a morte nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. In Siria, dopo oltre 12 anni di conflitto, l’emergenza si è aggravata con il terremoto dei mesi scorsi: necessitano d’assistenza 7 milioni di bambini. Secondo l’Onu, dall’inizio della guerra, circa 13.000 bambini siriani sono stati uccisi o feriti, oltre 609.900 sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione cronica.
Nello Yemen, dove oltre 8 anni di combattimenti hanno devastato la vita di 11,1 milioni di bambini, 11.000 sono stati uccisi o gravemente feriti, oltre 4.000 sono stati reclutati e utilizzati dalle parti in conflitto. In Sudan l’Unicef registra la più grande crisi di bambini sfollati al mondo, con 24 milioni di minori coinvolti e tre milioni di evacuati. Dall’altra parte del mondo, ad Haiti, circa metà della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria, compresi 3 milioni di minori, vittime di una complessa storia di povertà, instabilità politica e rischi naturali.