BEIRUT, 20 DICEMBRE – In Libano “c’è una situazione fluida, aperta a molti scenari e ancora volatile, ma la paura che avevamo all’indomani del 7 ottobre, ovvero di un’espansione del conflitto su larga scala, non ci pare adesso molto attuale”: ha detto
l’ambasciatrice italiana in Libano, Nicoletta Bombardiere, intervistata dall’ANSA, ricordando che però si tratta di “un fronte aperto” e che la situazione attuale “probabilmente porterà a una riflessione più approfondita sulla linea blu, sull’attualità del ruolo di Unifil e su come rafforzare la stabilità di quest’aerea”.
Per quanto riguarda le relazioni tra i due Paesi, ha sottolineato Bombardiere, “più che una cooperazione economica c’è una cooperazione allo sviluppo” e ogni anno vengono impegnate “nuove risorse per circa 20 milioni di euro che servono “al fronte dell’emergenza di tipo socioumanitario”, ma anche, ha spiegato l’ambasciatrice, per “muovere lo sviluppo del Paese” e portarlo “verso un modello di sostenibilità economico più sano”.
“Vorremmo vedere una cooperazione economica più slanciata, ma il Libano ha ancora dei parametri macroeconomici che non attraggono investitori e che devono essere oggetto di riforme nel Paese per poter impostare un approccio agli investimenti più profilata” ha concluso Bombardiere.
Quattro settimane fa l’ambasciatrice aveva fatto visita alla base di Shama dei caschi blu italiani nel Libano sud, esaltando la professionalità e l’umanità dei soldati italiani soprattutto nei confronti della popolazione civile.