NEW YORK, 6 DICEMBRE – “La pace non è una scelta, è una necessità, un’urgenza. Ciò che ho visto a Rondine è un esempio di come possiamo lavorare insieme. Se hai il coraggio di mettere insieme persone provenienti da paesi in conflitto, che condividono la stessa umanità, hai speranza per il futuro. Potete contare su di noi, continueremo a lavorare insieme”. Lo ha detto Miguel Angel Moratinos, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e Alto Rappresentante per l’Alleanza delle Civilta’ (UNAOC) in apertura dell’evento “If war is a choice, peace can be too. How young peace leaders can contribute to the un agenda2030”, ieri presso la sede delle Nazioni Unite di New York.
L’evento e’ stato promosso da Rondine Cittadella per la Pace insieme alle Rappresentanze Permanenti di Italia, Costa Rica e Monaco, e UNAOC.
Rondine e del suo Metodo mettono al centro i giovani e l’educazione ad una leadership di pace, oggi unica ma potente speranza in un mondo così tragicamente pervaso da guerre e conflitti armati. “Rondine è qui. È una proposta concreta, a vostra disposizione. Usateci!”, ha esortato Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine rilanciando la concretezza e l’impegno della Cittadella nella costruzione della pace a partire dal vissuto e dei giovani: “Quando nelle discussioni e nei negoziati ci sono i nostri giovani, fanno la differenza, cambiano il clima del dialogo – continua Vaccari – più alleati troviamo lungo la strada, più giovani possiamo portare a Rondine affinché abbiano la possibilità di dare il proprio contributo. Più giovani formiamo che tornano ad operare nel proprio territorio, più Rondine esce dal borgo e amplia il raggio di impatto”.Tra le testimonianze, quella di Phil Eke-okocha, ex studente di Rondine della Nigeria oggi responsabile dei contenuti e della formazione dei giovani presso la Rete delle soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (UNSDS – iniziativa Giovani). “Sono qui per dare eco alle voci di innumerevoli giovani che lottano per la Pace. La pace è una scelta deliberata, uno sforzo cosciente di collaborazione. La guerra è una scelta a scapito della vita umana e dello sviluppo. Sono qui davanti a me a testimonianza dell’esperienza trasformativa di Rondine. La mia storia è solo una tra tante. Ci sono molte persone disposte a trasformare le loro comunità”. È proprio il giovane Phill a chiede alle Nazioni Unite di “non sottovalutare il potere dell’azione collettiva dei giovani per la pace”.
Questo concetto si e’ fatto spazio nelle parole di Maurizio Massari, Rappresentante Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite a New York che ha chiesto agli Stati Membri di investire maggiormente nell’educazione alla pace, anche inserendo strutturalmente l’insegnamento dei Diritti Umani nei sistemi educativi nazionali, e destinando una cifra simbolica dai loro bilanci a borse di studio per giovani brillanti leader di pace. “C’è sempre una costante che emerge da questi dibattiti: la pace come necessità, come ha detto Moratinos. Il nesso tra pace e educazione giovanile è fondamentale e necessita di tutto il nostro sostegno e investimento. Spero che in questo evento siamo riusciti a trasformare la teoria in pratica”. A
Intanto la campagna continua il suo percorso e sarà estensa fino al 2030, con l’obiettivo di trasformare “Leaders for Peace” in uno strumento permanente di patrocinio della pace per i giovani di tutto il mondo, con l’obiettivo di accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 e più specificamente l’avanzamento dell’SDG 16 sulla promozione di società pacifiche e inclusive.
Un appello che ha trovato il supporto di altri Stati tra cui il Costa Rica come ricorda sua Rappresentante Permanente, Maritza Chan: “L’istruzione e i diritti umani sono i pilastri della pace”, affiancata dalla collega Daphne Le Son, numero due di Monaco presso le Nazioni Unite a New York. Lo stesso Moratinos ha vissuto l’esperienza della Cittadella della Pace durante il suo soggiorno a Rondine e ad Arezzo lo scorso giugno: “La pace non è una scelta naif, opposta alla realpolitik. Ad Arezzo ho sentito la pace, un’alternativa unica alla bellicosità del mondo”, ha detto, ringraziando il sindaco Alessandro Ghinelli, per l’ospitalità che per l’occasione ha preso parte alla missione di Rondine e portato l’impegno di Arezzo come città di pace.
L’evento e’ proseguito con un dibattito su come promuovere iniziative guidate dai giovani nei campi della pace, della costruzione della pace e delle relazioni internazionali in cui sono intervenuti delegati dell’UE per i giovani alle Nazioni Unite: “Le cicatrici della guerra non dovrebbero essere l’unica cosa che ereditiamo. In questo caso l’educazione diventa uno strumento potente e unico. Quando educhiamo i giovani alla pace, abbiamo il potere di scegliere la pace”, ha detto l’italiana Giulia Tariello, mentre per Lukas Svana, “il primo passo per raggiungere la pace è l’educazione alla pace obbligatoria a partire dalla scuola primaria”. (@OnuItalia)