DUBAI, 1 DICEMBRE – “Se non decidiamo la fase terminale dell’era dei combustibili fossili come la conosciamo, accettiamo il nostro declino terminale. E scegliamo di pagare con la vita delle persone”. Sono durissime e disperate le parole che il segretario esecutivo dell’Unfccc (United Nations Framework Convention on Climate Change), capo delle Nazioni Unite per il clima, Simon Stiell, ha pronunciato intervenendo in apertura della Cop28 a Dubai. Nel ricordare che il 2023 è stato “l’anno più caldo di sempre per l’umanità e che sono stati battuti così tanti record terrificanti”, Stiell ha avvertito che “siamo sull’orlo di un precipizio” sul fronte climatico.
Gli ha fatto eco il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres: ”Le politiche attuali porterebbero ad un aumento della temperatura di tre gradi che potrebbe bruciare la terra. Non possiamo salvare un pianeta in fiamme con un idrante di combustibili fossili”.
“Proteggere il nostro clima è la più grande prova di leadership a livello mondiale. Il destino dell’umanità è in bilico“. Anche Guterres è intervenuto in occasione della cerimonia di apertura del World Climate Action Summit. E anche Guterres ha utilizzato parole fortissime, reiterando peraltro i numerosi appelli lanciati nel corso degli ultimi anni sul deterioramento delle condizioni del malato pianta Terra. “Siamo a chilometri dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi, e a pochi minuti dalla mezzanotte per il limite di 1,5 gradi. Ma non è troppo tardi. Potete prevenire lo schianto planetario e l’incendio. Abbiamo le tecnologie per evitare il peggio del caos climatico, se agiamo ora. Abbiamo bisogno di leadership, cooperazione e volontà politica. E ne abbiamo bisogno adesso”, ha detto Guterres.
Il numero uno delle Nazioni Unite ha ricordato alcuni dati: “I ghiacciai stanno scomparendo davanti ai nostri occhi provocando il caos in tutto il mondo: da frane e inondazioni, all’innalzamento del mare. Ma questo è solo un sintomo della malattia che mette in ginocchio il nostro clima. Una malattia che solo voi, leader globali, potete curare”. Guterres ha spiegato che “i segni vitali della Terra stanno venendo meno: emissioni record, incendi feroci, siccità mortali e l’anno più caldo di sempre”. Una situazione, quella del caos climatico, che non sta alimentando anche le ingiustizie sociali ed esaltando l’egoismo degli stati più ricchi di fronte a quelli più poveri e meno responsabili di questa situazione. Il riscaldamento globale – ha detto Guterres – “sta distruggendo i bilanci, facendo lievitare i prezzi dei prodotti alimentari, sconvolgendo i mercati energetici e alimentando una crisi del costo della vita. L’azione per il clima può far girare l’interruttore. Il dono è l’energia rinnovabile. Fa bene al nostro pianeta, alla nostra salute e alle nostre economie. Pulisce la nostra aria. Soddisfa la crescente domanda di energia nel mondo. Collega milioni di persone all’elettricità a prezzi accessibili. Porta stabilità e sicurezza ai mercati. E fa risparmiare denaro: l’energia rinnovabile non è mai stata così economica”.
Per l’ONU, e per la totalità della comunità scientifica internazionale, la diagnosi è ormai chiara: “Il successo di questa COP dipende dalla capacità del Global Stocktake di prescrivere una cura credibile in tre aree. In primo luogo, ridurre drasticamente le emissioni. Le politiche attuali porterebbero ad un aumento della temperatura di tre gradi che potrebbe bruciare la terra. In secondo luogo, non possiamo salvare un pianeta in fiamme con un idrante di combustibili fossili”.