ROMA, 15 NOVEMBRE – Un organismo consultivo per garantire l’uso per il bene comune dell’intelligenza artificiale è stato creato in seno alle Nazioni Unite, e tra i 39 membri del nuovo organismo c’è anche un italiano, Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, insegnante alla Pontificia Università Gregoriana.
Il segretario generale Antonio Guterres ha chiesto infatti a esperti con esperienza nel governo, nel settore privato, nella tecnologia, nella società civile e nel mondo accademico di sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per garantire l’uso migliore dell’Intelligenza Artificiale.
Entro la fine dell’anno, riferisce una nota dell’Onu, l’organismo – creato allo scopo di esaminare i rischi, le opportunità e la governance internazionale di queste tecnologie – dovrebbe formulare raccomandazioni sulle aree della governance internazionale dell’IA, sulla comprensione condivisa dei rischi e delle sfide e sulle opportunità e i fattori chiave per sfruttare l’IA al fine di accelerare gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Le raccomandazioni confluiranno nei preparativi per il Vertice del futuro del prossimo settembre, volto a riaffermare l’impegno per lo sviluppo sostenibile, e in particolare nei negoziati per la proposta di un Patto digitale globale volto a garantire che tutti traggano vantaggio dalla nuova era tecnologica.
Nel presentare l’iniziativa, Guterres ha sottolineato lo straordinario progresso delle capacità e dell’uso dell’IA nell’ultimo anno, anche attraverso chatbot, clonazione vocale, generatori di immagini e app video. ”Il potenziale trasformativo dell’IA per il bene è difficile da comprendere”, ha affermato, sottolineando l’urgente necessità di affrontare la questione, mentre i Paesi si confrontano con gli impatti del cambiamento climatico e gli sforzi verso lo sviluppo sostenibile si arenano. ”L’intelligenza artificiale potrebbe contribuire a invertire la tendenza – ha affermato – Potrebbe potenziare l’azione per il clima e gli sforzi per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) entro il 2030”.
Guterres ritiene che l’IA possa aumentare e amplificare il lavoro dei governi, della società civile e delle Nazioni Unite, dalla previsione e dalla gestione delle crisi allo sviluppo di servizi sanitari ed educativi pubblici. Per i Paesi in via di sviluppo rappresenta ”la possibilità di superare tecnologie obsolete e di portare i servizi direttamente alle persone dove i bisogni sono maggiori e per le persone che ne hanno più bisogno. Ma questo dipenderà dal fatto che l’IA venga sfruttata in modo responsabile e resa accessibile a tutti”, ha aggiunto.
Oggi le competenze sono concentrate in poche aziende e paesi, il che, ha avvertito il segretario generale dell’Onu, potrebbe ”approfondire le disuguaglianze globali e trasformare i divari digitali in abissi”. I potenziali danni che potrebbero scatenarsi includono l’accelerazione della diffusione della disinformazione, il radicamento di pregiudizi e discriminazioni, la sorveglianza e l’invasione della privacy, le frodi e altre violazioni dei diritti umani. Inoltre, un uso improprio potrebbe minare la fiducia nelle istituzioni, indebolire la coesione sociale e minacciare la democrazia.
Guterres ha infine raccontato la sua ”esperienza surreale” con un’applicazione video, in cui ha visto se stesso pronunciare un discorso in un cinese impeccabile – le sue labbra si muovevano in sincronia con ogni parola – anche se non parla la lingua. ”Questo è solo un esempio delle incredibili possibilità – e dei potenziali pericoli – dell’IA”, ha osservato.