PARIGI, 30 GIUGNO – In una mossa significativa nonostante l’opposizione di Russia e Cina, gli Stati Uniti sono ufficialmente rientrati nell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), segnando un rinnovato impegno da parte della superpotenza mondiale per la cooperazione internazionale nei campi dell’istruzione, della cultura e della scienza. Un largo numero di paesi (132 i si, 15 i no e 10 gli astenuti) ha dato il benvenuto alla decisione dell’amministrazione Biden, approvando a vasta maggioranza una risoluzione di cui l’Italia è stata uno dei co-sponsor.
Secondo la Direttrice Generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, “il ritorno degli Stati Uniti è un riconoscimento della centralità del mandato dell’UNESCO, perché nelle questioni globali di oggi non esiste modo per il mondo di affrontarle senza l’istruzione per tutti, senza la scienza, senza la cultura, senza l’informazione”. “È una vittoria importante per il multilateralismo”, ha affermato la Missione italiana presso l’UNESCO su Twitter dopo il voto, mentre la Vice Direttrice Generale Stefania Giannini ha accolto il ritorno degli Stati Uniti come Stato membro: “Non vediamo l’ora di una forte collaborazione per raggiungere i nostri obiettivi globali nell’ambito dell’istruzione”.
La decisione degli Stati Uniti di rientrare nell’UNESCO riflette il desiderio di ricostruire alleanze, favorire lo scambio culturale e promuovere l’istruzione su scala globale. Questa decisione ha il potenziale per rafforzare la cooperazione internazionale e affrontare le sfide comuni nei settori della salvaguardia del patrimonio, della ricerca scientifica e della diversità culturale.
Gli Stati Uniti si erano ritirati dall’UNESCO nel 2017, sotto l’amministrazione Trump, citando preoccupazioni riguardanti un presunto pregiudizio anti-Israele dell’organizzazione e la necessità di riforme fondamentali. Rientrando nell’UNESCO, gli Stati Uniti riaffermano il loro impegno per la salvaguardia e la protezione dei siti culturali e naturali in tutto il mondo. La lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO comprende luoghi simbolo come la Statua della Libertà, il Parco Nazionale di Yellowstone e il Grand Canyon, tutti di immenso significato culturale e storico. Attraverso un coinvolgimento attivo con l’UNESCO, gli Stati Uniti possono contribuire con la propria esperienza nella salvaguardia del patrimonio e collaborare con altre nazioni per preservare questi tesori per le generazioni future.
Lavorando all’interno dell’organizzazione, gli Stati Uniti potranno svolgere un ruolo cruciale nel favorire opportunità educative, condividere le migliori pratiche e affrontare le sfide educative su scala globale. Questo rientro fornirà una piattaforma per la cooperazione, lo scambio di conoscenze e l’innovazione nel campo dell’istruzione, consentendo agli Stati Uniti di contribuire agli sforzi globali volti a raggiungere un’istruzione inclusiva ed equa per tutti.
Il ritorno degli Stati Uniti all’UNESCO è una testimonianza del potere del multilateralismo e della convinzione nella responsabilità collettiva nel affrontare le questioni globali. Esso indica una volontà di superare divisioni, promuovere il dialogo e trovare punti di incontro per perseguire obiettivi comuni. Il rientro invia anche un segnale positivo ad altri paesi che potrebbero aver considerato il ritiro dalle organizzazioni internazionali, sottolineando l’importanza della collaborazione e i benefici potenziali che ne derivano.
Con questo significativo passo, gli Stati Uniti aprono nuove possibilità di collaborazione, dialogo e iniziative congiunte. La reintegrazione del paese nell’UNESCO offre l’opportunità di forgiare partnership, scambiare conoscenze e mettere in comune risorse per affrontare le pressanti sfide globali come il cambiamento climatico, gli avanzamenti tecnologici e la conservazione culturale. (@OnuItalia)