PARIGI, 30 MAGGIO – L’ambasciatore Liborio Stellino, Rappresentante Permanente italiano presso l’UNESCO, e il Generale Vincenzo Molinese, Comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Protezione del Patrimonio Culturale (Tpc), sono intervenuti a nome dell’Italia al settimo incontro degli Stati parte della Convenzione del 1970 che ha fissato le linee guida per il divieto e la prevenzione del traffico illegale di beni culturali.
I Carabinieri Tpc, ha sottolineato la missione italiana presso l’agenzia dell’ONU con sede a Parigi, costituiscono un’esperienza di eccellenza italiana unanimemente riconosciuta al servizio dell’intera membership dell’UNESCO.
La Convenzione del 1970 e’ lo spartiacque di ogni attivita’ di contrasto al traffico illegale di antichita’ e opere d’arte. E’ stata adottata dopo che, a partire degli anni Cinquanta, sempre piu’ Stati ottennero l’indipendenza. “Le giovani nazioni cercarono di creare un trattato internazionale per combattere il traffico illecito dei beni culturali., preoccupati per la nascita del mercato nero e allo smembramento di monumenti e siti antichi per soddisfare la domanda del mercato”, si legge sul sito dell’UNESCO.
I termini della Convenzione del 1970
Presentata alla sedicesima sessione della Conferenza generale dell’Organizzazione nel 1970 e adottata il 14 novembre dello stesso anno, la Convenzione esorta gli Stati Parte ad adottare misure per proibire e prevenire il traffico illecito di beni culturali e fornisce un quadro comune sulle misure da adottare per proibire e prevenire l’importazione, l’esportazione e il trasferimento di beni culturali.
Il ritorno e la restituzione dei beni culturali sono centrali per la Convenzione e il suo dovere non è solo ricordare, ma preservare fondamentalmente l’identità dei popoli e promuovere società pacifiche in cui lo spirito di solidarietà sarà rafforzato. In questo senso, nota l’UNESCO, la Convenzione del 1970 è pienamente in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.