NEW YORK, 26 APRILE – Alla luce dei continui attacchi al sistema multilaterale delle Nazioni Unite, attraverso azioni militari, unilateralismo, manipolazione e diffusione di disinformazione anche New York, l’Italia all’Onu ha sottolineato che il potere di veto in seno al Consiglio di Sicurezza è parte del problema, poiché viene spesso abusato per coprire gravi violazioni della Carta delle Nazioni Unite.
“L’Italia è stata tra i cosponsor della Risoluzione 76/262. Riteniamo che il nuovo meccanismo istituito dalla Risoluzione contribuisca a rafforzare il sistema delle Nazioni Unite e sia un buon esempio di multilateralismo efficace: convocando automaticamente l’Assemblea ogni volta che viene posto un veto, aumenta la trasparenza e la responsabilità”, ha detto il Rappresentante Permanente italiano all’Onu, Maurizio Massari: “La sua attivazione per due volte negli ultimi dodici mesi, per quanto riguarda i veti espressi in relazione a due delle situazioni che più mettono a rischio la pace e la sicurezza internazionale, ne conferma l’importanza. Accogliamo con favore anche la sua natura sussidiaria rispetto al meccanismo “Uniting for Peace Resolution”, che si è rivelato uno strumento prezioso per rispondere politicamente ai veti della Federazione Russa in relazione alla sua aggressione illegale contro l’Ucraina”.
Massari ha detto che il potere di veto è anacronistico, sebbene comprensibile nello specifico contesto storico del 1945. L’Ambasciatore italiano non si aspettache i P5 rinuncino al privilegio previsto dalla Carta – e la loro posizione al riguardo è pienamente garantita dalla procedura di emendamento ai sensi dell’articolo 108 – ma chiede e si aspetta che agiscano in modo responsabile e che forniscano una spiegazione esauriente a tutti i membri rappresentati nell’Assemblea Generale quando pongono un veto. Tale aspettativa è ampiamente condivisa dai membri delle Nazioni Unite, a giudicare dall’adozione consensuale della risoluzione e dalla grande partecipazione alle due riunioni che si sono tenute finora sulla sua base. (@OnuItalia)
