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FAO: parità di genere nell’agroalimentare vale 1000 miliardi e può salvare 45 milioni di persone

ROMA, 18 APRILE – Secondo un nuovo e ampio rapporto della FAO la parità di genere nei sistemi agroalimentari vale 1000 miliardi di dollari per l’economia globale e può salvare 45 milioni di persone dall’insicurezza alimentare; la lotta alle disuguaglianze di genere nei sistemi agroalimentari e la promozione dell’emancipazione delle donne contribuiscono infatti a ridurre la fame, aiutano l’economia e rafforzano la resilienza a shock quali i cambiamenti climatici e la pandemia COVID-19.

Il rapporto, intitolato ”The status of women in agrifood systems”, il primo di questo genere dal 2010, non si ferma a un’analisi del settore agricolo, ma tratteggia un quadro esauriente della condizione delle donne lungo tutto l’asse dei sistemi agroalimentari, dalla produzione alla distribuzione fino al consumo. A livello mondiale, i sistemi agroalimentari danno lavoro al 36 percento delle donne lavoratrici e al 38 percento degli uomini lavoratori. Nonostante ciò, i ruoli delle donne tendono a essere considerati marginali e le loro condizioni lavorative sono verosimilmente peggiori rispetto a quelle degli uomini; le donne, cioè, tendono ad avere un impiego irregolare, informale, a tempo parziale, poco qualificato o ad alta intensità di lavoro. Analogo il quadro delle donne con occupazioni salariali all’interno del settore agricolo, che guadagnano 82 centesimi per ogni dollaro corrisposto a un uomo.

Le donne, inoltre, hanno meno sicurezza sulla proprietà e il controllo della terra, godono di un accesso al credito e alla formazione più limitato e devono lavorare con tecnologie progettate per gli uomini. Al di là degli aspetti discriminatori, tali disuguaglianze creano un divario di genere del 24 percento a livello di produttività tra uomini e donne impiegati in aziende agricole di pari dimensioni. Lo studio evidenzia, in particolare, che in molti paesi, i sistemi agroalimentari rappresentano una fonte di sussistenza più importante per le donne che per gli uomini. Per esempio, nell’Africa subsahariana, il 66 percento delle donne è occupato in questo settore rispetto al 60 percento degli uomini, mentre nell’Asia meridionale, la stragrande maggioranza delle donne che lavora è impiegata nei sistemi agroalimentari (il 71 percento delle donne, rispetto al 47 percento degli uomini), benché tra le fila dei braccianti prevalgano gli uomini.piccoli produttori

”Se riusciremo a rimuovere le disuguaglianze di genere nei sistemi agroalimentari e a favorire l’emancipazione femminile, il mondo farà passi da gigante verso il conseguimento degli obiettivi della lotta alla povertà e della creazione di un mondo libero dalla fame”, scrive il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, nella prefazione al rapporto. Secondo lo studio, infatti, se si riuscisse a colmare il divario di genere nella produttività agricola e il divario retributivo tra uomini e donne nel settore agricolo, il prodotto interno lordo, a livello mondiale, aumenterebbe di quasi 1 000 miliardi di dollari, riducendo di 45 milioni il numero di persone afflitte dall’insicurezza alimentare. ”L’efficienza, l’inclusività, la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agroalimentari non possono prescindere dall’emancipazione di tutte le donne e dalla parità di genere. Le donne sono da sempre al servizio dei sistemi agroalimentari. Ora è giunto il momento di garantire che i sistemi agroalimentari siano al servizio delle donne”, afferma Qu.

Gli autori rammentano che, nonostante i miglioramenti osservati negli ultimi dieci anni, in termini di spazio assicurato alle questioni di genere nei quadri politici nazionali, la disuguaglianza di genere, nei sistemi agroalimentari, continua a essere un problema, in parte per il fatto che le politiche, le istituzioni e l’esistenza di norme sociali discriminatorie condizionano ancora negativamente le pari opportunità e pari diritti alle risorse.

In generale, il rapporto giunge alla conclusione che ridurre le disuguaglianze tra uomini e donne, a livello di mezzi di sussistenza, favorire l’accesso alle risorse e promuovere la resilienza costituiscono passi necessari verso la parità di genere, l’emancipazione delle donne e la garanzia di sistemi agroalimentari più giusti e sostenibili.

 

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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