VIENNA, 10 FEBBRAIO – “L’Italia è leader nell’imprenditorialità, nella qualità dei beni e nei partenariati multilaterali pubblico-privato. Sono molto affascinato da RSF e dal suo framework. Quando mettiamo insieme le risorse, come oggi, possiamo avere un effetto moltiplicatore sull’investimento”: con questo tweet il rappresentante permanente dell’Italia all’Onu di Vienna Ambasciatore Alessandro Cortese ha commentato la sigla del protocollo tra UNIDO e la Regenerative Society Foundation – di cui è copresidente l’italiano Andrea Illy – per ”costruire infrastrutture resilienti, e promuovere l’innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”. Si tratta di un passo avanti verso alcuni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu: Andrea Illy e Jeffrey Sachs, co-Presidenti della Regenerative Society Foundation, e Gerd Müller, direttore Generale di Unido (United Nations Industrial Development Organization) hanno siglato infatti una dichiarazione congiunta per il perseguimento di alcuni SDG dell’Agenda nelle aree di interesse comune, come lo sviluppo delle catene del valore dell’agricoltura, la digitalizzazione e la finanza innovativa, a sostegno dei piccoli contadini e delle cooperative locali, in particolare nel continente africano. L’obiettivo è quello di coniugare attraverso un’agricoltura profondamente diversa da quella intensiva, la necessità di alimentare il mondo e tutelare l’ambiente.
La dichiarazione congiunta riguarda in particolare l’Obiettivo 9 dell’Onu, quello che recita: ”Costruire infrastrutture resilienti, promuovere l’innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”.
La Regenerative Society Foundation è una fondazione di partecipazione italiana, nata per accompagnare il settore privato nella transizione verso un nuovo modello di sviluppo socioeconomico rigenerativo. Per Illy ”il cambiamento dei modelli di business nel settore privato sarà sostenibile solo se le iniziative intraprese avranno successo nel generare flussi di reddito sostenibili. L’alleanza tra la Regenerative Society Foundation e Unido sarà strategica per raggiungere questo obiettivo”. Jeffrey Sachs valuta ”l’Unido un partner chiave, leader globale nel promuovere il dialogo pubblico-privato, lo sviluppo di competenze e la condivisione delle best practice… L’alleanza tra RSF e UNIDO sarà strategica per questo obiettivo”, e scrive in un tweet a commento della Dicharazione: ”Il desiderio per questo tipo di progetti è molto alto. Ciò che stiamo lanciando oggi avrà risonanza in tutto il mondo e avrà finanziamenti alle spalle”.
Il nuovo modello di sviluppo punta a ”produrre co-benefici sociali e ambientali con l’attività d’impresa, tramite la ricerca del benessere, l’economia circolare, e la rigenerazione della biosfera’‘. La partnership sarà focalizzata sullo sviluppo di progetti congiunti che promuovano circolarità, modelli agricoli rigenerativi e digitalizzazione delle catene del valore agroalimentari, nonché modelli di business sostenibili che stimolino l’industrializzazione e l’innovazione. Secondo Illy, ”solo l’agricoltura rigenerativa e un cambio radicale nei consumi possono salvarci dal disastro ambientale’. Perché, per chi ancora non ne avesse consapevolezza, siamo sull’orlo della eco-catastrofe planetaria. A supporto delle attività della Fondazione e di Unido verranno attivate alleanze multi-stakeholder e di cooperazione pubblico-privata per la condivisione di risorse, know-how e competenze. ”La Fondazione è una partnership multilaterale di leader globali, con un’ampia gamma di competenze” ha spiegato Sachs. E l’accordo con UNIDO si basa si basa sulla necessità di creare la consapevolezza che il nostro benessere dipende dagli ecosistemi in cui viviamo, che ciò che consumiamo, il suolo in primo luogo, va rigenerato.Lo stesso Illy al recente Forum economico di Davos aveva sostenuto questa visione spiegando che ”gli investimenti straordinari per la transizione ecologica e la resilienza potrebbero evitare la recessione, che veniva data per certa fino a qualche mese fa”. Secondo l’ex sindaco di Trieste, “in uno scenario globale che presenta rischi sempre più elevati e numerosi, l’economia mondiale reagisce giocando la carta della transizione ecologica per accelerare la crescita e ridurre debito e disuguaglianze”. Ma è soltanto adesso, “per la prima volta”, che “non si parla solo di clima per il clima ma di clima per l’economia. La rivoluzione digitale, che ha trainato la crescita degli ultimi cinquant’anni, passa ora il testimone alla rivoluzione verde”.