ROMA, 19 DICEMBRE – Lo spazio è un settore strategico per l’Italia: lo dimostra l’impegno che, dal lancio del primo satellite San Marco 1 il 15 dicembre 1964, l’Italia ha profuso nel sostenere e investire nel settore. Da Vienna (Rappresentanza permanente italiana all’Onu) a Roma, è stato unanime il giudizio sulla partecipazione dell’Italia allo sviluppo del comparto, in occasione della celebrazione della seconda Giornata nazionale dello Spazio.
Da Vienna l’ambasciatore Alessandro Cortese – rappresentante permanente all’Onu – partecipando al World Space Forum ha esaltato l’importanza dell’agenzia dell’Onu UNOOSA nel promuovere la cooperazione spaziale, ma anche ricordato che l’Italia è stata pioniera nello spazio e che, secondo uno studio dell’Università Statale, attualmente questo settore è in grado di moltiplicare per 3,4 ogni euro investito. Nel quinquennio 2021-2026 Roma investirà 4,5 miliardi nello spazio e sarà tra i maggiori contribuenti dell’ESA (l’agenzia spaziale europea) con 3,1 miliardi, terzo Paese contributore al budget ESA. Inoltre, è il parere e anche l’auspicio di Cortese, quello dello spazio potrebbe diventare motore di sviluppo dell’economia di settore romana anche in vista di ExpoRoma2030.
A Roma sono stati numerosi gli incontri per la Giornata Nazionale. Il Ministro per le Imprese e il Made in Italy con delega allo spazio Adolfo Urso partecipando alla seconda giornata alla organizzata da Fondazione Leonardo, ha ricordato come ”oggi lo Spazio è diventato per il Paese uno dei comparti più strategici, sia per il nostro sviluppo economico, che sul fronte della competitività internazionale”. Solo poche settimane fa, durante la Ministeriale Esa di Parigi grazie a un intenso lavoro con i principali partner europei, ”l’Italia ha dimostrato tutta la sua ambizione e la sua straordinaria competenza nel settore spaziale….Il nostro Paese – ha commentato il Ministro – avrà sempre più un ruolo da protagonista attraverso la sua competenza fatta di solide capacità industriali, del contributo di numerose PMI e di un ecosistema nazionale estremamente dinamico e competitivo”.
Il ministro ha parlato anche dell’importanza di una riflessione sull‘assetto giuridico del settore auspicando ”una riforma complessiva della normativa dello spazio. Un assetto nazionale che dovrà rientrare in un complessivo riordino della governance globale che va ripensata rispetto al passato”, per evitare che si sviluppi un far west dello spazio.
Favorevole a una legge che regoli anche l’aspetto civile e militare dello spazio, si è detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per il quale le norme potranno consentire “una puntuale definizione di ruoli, funzioni e compiti per individuare il perimetro di azione della Difesa e individuare e proteggere lo spazio aereo dell’Italia. Ma anche nella protezione degli assetti anche non esclusivamente militari”.
Per il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, la legge “è necessaria per fare in modo che gli investitori privati rispettino regole precise”. E’ tanto più importante, considerando che lo spazio è un settore in decisa crescita, con 10,7 miliardi assegnati complessivamente dalla metà del 2019 e il budget dell’Asi più che raddoppiato nello stesso periodo: da meno di 1 miliardo a oltre 2,4.
A proposito della Ministeriale di Parigi Urso ha ricordato che l’Italia ha aumentato significativamente il suo impegno per il settore attraverso sforzi congiunti con i partner europei. Il budget complessivo dei 22 Stati membri è oggi di 16,9 miliardi di euro, con un incremento di circa il 17% rispetto al risultato della Ministeriale precedente. Urso ha anche ricordato i programmi a lungo termine nei settori di punta – Lanciatori, Osservazione della Terra, Esplorazione – per cui l’Italia ha anche sostenuto nuove iniziative tra cui: Secure Connectivity, un programma europeo che fornirà connessioni satellitari sicure fra governi, ma anche per utenti commerciali, con connessioni high-speed e broadband che copriranno le zone morte; e Moonlight, dove Regno Unito ed Italia hanno impegnato fondi per il suo sviluppo e che permetterà di stabilire servizi di telecomunicazione satellitare e navigazione sulla Luna, essenziali per future attività commerciali sul nostro satellite naturale.
Se regolare le attività spaziali è sempre più importante, lo è anche spingere per accelerarne lo sviluppo a livello europeo, per esempio con la capacità di trasportare astronauti nello spazio: è il pensiero dell’astronauta Samantha Cristoforetti, che a Roma ha partecipato alla cerimonia di chiusura della mostra ‘Exploring Moon to Mars’.
“Dopo qualche decennio – ha detto l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea – l’Europa si sta seriamente chiedendo se non sia il caso che anche noi, così come gli americani, i russi, i cinesi, presto gli indiani e forse anche altri, dovremmo essere in grado di lanciare autonomamente esseri umani nello spazio”.
Simonetta Di Pippo, ex UNOOSA che alla Bocconi è docente della School of Management e direttrice dello Space Economy Evolution Lab (See Lab), ha infine parlato di applicazioni dei dati satellitari, ad esempio per l’agricoltura di precisione, e connessioni internet via satellite: futuri campi di applicazione delle attività spaziali, con le sperimentazioni in microgravità, magari in future stazioni spaziali private, e produzione di energia solare dallo spazio.