ROMA, 24 NOVEMBRE – La situazione in Iran peggiora di giorno in giorno e il regime di Teheran sembra essere fuori controllo: è stata appena emessa la quinta condanna a morte, oltre 15mila manifestanti sono stati arrestati e almeno venti devono affrontare accuse che comportano la pena di morte. E’ il risultato delle proteste di massa che stanno travolgendo il Paese dopo il caso delle morte della giovane Mahsa Amini, uccisa perché non indossava il velo in modo considerato appropriato.
Molte persone sono in grave pericolo, sono già morti giornalisti, difensori dei diritti umani, studenti universitari, mamme e bambini. Gli arresti arbitrari, la tortura, le sparizioni forzate e i processi iniqui sono all’ordine del giorno.
Questa la situazione cui l’Onu risponde affermando che l’uso sproporzionato della forza deve finire”. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Türk ha parlato di “situazione insostenibile” e di diritti umani violati, mentre gli Stati Uniti hanno sanzionano tre funzionari iraniani, tutti coinvolti nel controllo militare nel Kurdistan iraniano e nelle province dell’Azerbaigian occidentale, dove la repressione da parte delle forze di sicurezza è stata “particolarmente dura”
Secondo l’Ong Iran Human Rights Organization le persone uccise dall’inizio delle proteste sarebbero almeno 378, migliaia i manifestanti e i dissidenti incarcerati.
Le Nazioni Unite hanno una moratoria immediata sulla pena di morte contro i manifestanti approvata nelle settimane scorse dal parlamento iraniano. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite propone l’avvio di un’indagine internazionale sulle violenze e la repressione. Il portavoce del’ufficio di Turk, Jeremy Laurence, durante un briefing con la stampa a Ginevra, ha rivelato: “Dall’inizio delle proteste a livello nazionale, il 16 settembre scorso, oltre 300 persone sono state uccise, tra cui più di 40 bambini. Manifestanti sono stati uccisi in 25 delle 31 province iraniane, di cui più di 100 in Sistan e Baluchistan e fonti riferiscono che oltre 40 persone sono state uccise in città a maggioranza curda la scorsa settimana.. L’Onu ha inoltre riferito che “migliaia di persone” sono state arrestate in tutto il Paese per aver aderito a proteste pacifiche e almeno sei persone collegate alle proteste sono state condannate a morte con l’accusa di moharebeh o “guerra contro Dio”, o efsad-e fel-arz o “corruzione sulla terra”.
“Chiediamo alle autorità di rilasciare tutte le persone arrestate in relazione all’esercizio dei loro diritti, compreso il diritto di riunione pacifica, e di ritirare le accuse contro di loro”, ha detto Laurence. “Il nostro Ufficio chiede inoltre alle autorità iraniane di imporre immediatamente una moratoria sulla pena di morte e di revocare le condanne a morte emesse per reati non qualificabili come reati più gravi ai sensi del diritto internazionale”, ha aggiunto.