GINEVRA, 10 NOVEMBRE – L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) continuano a sollecitare i governi europei affinché offrano rapidamente un porto sicuro e permettano lo sbarco immediato di quasi 600 persone rimaste sulle navi delle ONG dopo essere state salvate nelle zone di ricerca e soccorso (SAR) maltesi e libiche, nel Mediterraneo centrale.
Le due organizzazioni delle Nazioni Unite in una noat affermano: ”Abbiamo accolto con favore gli sforzi dell’Italia per lo sbarco di circa 400 persone, le più vulnerabili a bordo di Humanity 1 e Geo Barents, tra cui minori che viaggiavano da soli e altre persone che avevano bisogno di cure mediche urgenti. Tuttavia, è urgente trovare una soluzione per tutti gli altri sopravvissuti su tutte e quattro le navi in mare.Nonostante i continui sforzi di advocacy, i sopravvissuti, alcuni dei quali sono in mare da due settimane, rimangono bloccati a bordo delle quattro navi SAR delle ONG: Ocean Viking, Geo Barents, Humanity 1 e Rise Above. Le persone bloccate devono essere sbarcate rapidamente, senza ulteriori ritardi. Chiediamo agli Stati della regione di proteggere le vite delle persone soccorse ponendo fine all’attuale impasse e offrendo un porto sicuro per lo sbarco”.
Secondo l’Onu lo sbarco in sicurezza dovrebbe essere seguito da una significativa condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati interessati attraverso accordi regionali e di cooperazione, in modo che tutti gli Stati costieri possano assolvere alle proprie responsabilità di ricerca, soccorso e sbarco. ”Un approccio frammentario e ad hoc in alto mare, che continui a lasciare soli gli Stati costieri, non può essere perseguito in questo modo e non è sostenibile…. La priorità deve essere soprattutto quella di salvare vite e rispettare la dignità umana. Coloro che arrivano dalla Libia hanno subito in molti casi gravi abusi e violazioni dei diritti umani. Le vulnerabilità di tutti i migranti e rifugiati che attraversano il Mediterraneo – compresi i minori accompagnati e non, le vittime di tratta, i sopravvissuti alle torture – dovrebbero quindi essere identificate per attivare meccanismi di protezione e accoglienza nazionali e internazionali”.
Le agenzie dell’Onu ricordano che ”il salvataggio in mare è un imperativo umanitario, saldamente radicato nel diritto internazionale e nel diritto del mare. Tutti gli Stati coinvolti hanno l’obbligo di coordinare e rispondere alle richieste di soccorso. Meccanismi di salvataggio dell’Unione europea sono urgentemente necessari e l’UNHCR e l’OIM continuano a chiedere agli Stati di aumentare le risorse e le capacità per far fronte efficacemente alle loro responsabilità”.Secondo il Missing Migrants Project di OIM, quest’anno almeno 1.337 persone sono morte o disperse lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale. La maggior parte delle 88.000 persone arrivate via mare in Italia nel 2022 è stata soccorsa dalla Guardia Costiera italiana e da altre navi di soccorso dello Stato italiano o è arrivata autonomamente. Il 15% è stato soccorso da navi di ONG.
I meccanismi di solidarietà regionale esistenti possono aiutare l’identificazione tempestiva ed il ricollocamento delle persone che hanno bisogno di protezione internazionale, consentendo loro di chiedere asilo o di ricevere altre forme di protezione, nonché il rimpatrio sicuro e dignitoso di coloro che non hanno i requisiti per rimanere. Nel 2022, circa 164 persone sono state ricollocate dall’Italia in Francia, Germania e Lussemburgo. Questi sforzi sono fondamentali, ma devono essere ampliati.