VIENNA, 21 SETTEMBRE – Il rappresentante dell’Italia presso le organizzazioni internazionali a Vienna, Alessandro Cortese, ha partecipato ai lavori del decimo Women Leadership Forum dedicato alle Donne e sostenibilità dicendosi, in un tweet, ”onorato di far parte del 10° #WomenLeadershipForum #WomenForSustainability’‘. Nel messaggio Cortese sottolinea che ”eliminare il #GenderGap è l’autostrada per lo sviluppo. #WomenEmpowerment e #Sustainability sono i pilastri di #ItalianCooperation progetti con @UNIDO”.
Da parte sua, sempre con un tweet, l’Onu di Vienna scrive: “La ricerca mostra più e più volte che team diversi ottengono risultati migliori e più duraturi, sono più agili e innovativi e sono più resilienti di fronte ai drammatici cambiamenti del recente passato e del futuro che ci attende” -LSHH @ #WomenLeadershipForum #WLF2022 #WomenInSTEM.
Il recente Global Gender Gap Report del World Economic Forum 2022– il rapporto globale sulle differenze di genere pubblicato dal Forum economico mondiale 2022 – mostra del resto un dato sconfortante: la parità di genere non verrà raggiunta nel corso della nostra vita. Infatti, secondo il rapporto, ci vorranno 132 anni perché l’uguaglianza di genere diventi una realtà e 151 anni per colmare il gender gap nella partecipazione economica e nelle opportunità. Nessuno dei 146 paesi presi in esame ha raggiunto l’uguaglianza. Più in particolare: l‘Italia rimane 63esima su 146 paesi, subito dopo Uganda e Zambia, nel Global Gender Gap Index che misura il raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne in diversi campi: la partecipazione economica, il livello di istruzione, la salute e la partecipazione politica. A separare il nostro paese dalla Spagna (17esima), ci sono 46 posizioni, 48 dalla Francia e 53 dalla Germania. Rispetto al 2021, l’Italia ha migliorato il suo punteggio globale di 0,001 e nella classifica rimane subito dopo Uganda e Zambia e appena prima della Tanzania.
Male anche sulla partecipazione economica, che comprende tasso di partecipazione al mondo del lavoro, divario retributivo di genere, reddito da lavoro stimato, presenza delle donne tra funzionari, legislatori, alti dirigenti e professioni ad alta specializzazione. Il nostro paese passa dalla posizione 114 alla 110, con un miglioramento di minimo 0,003 punti. Su questo fronte, l’Italia resta al fondo anche della classifica regionale europea, insieme a Macedonia del Nord e Bosnia ed Erzegovina.