ROMA, 28 GIUGNO – UNICEF e OMS fanno il punto sulla condizione scolastica mondiale dal quale emerge che quasi un terzo delle scuole non dispone ancora di servizi di base per l‘acqua potabile, con un impatto su 546 milioni di studenti. Secondo le due organizzazioni dell‘Onu che si occupano di istruzione, infanzia e sanità, nonostante il costante calo della percentuale di scuole prive di servizi di base per l’acqua e i servizi igienici, persistono profonde disuguaglianze tra i Paesi e all’interno degli stessi. Gli scolari dei Paesi meno sviluppati (LDC) e dei contesti fragili sono i più colpiti e i dati che emergono mostrano che poche scuole dispongono di servizi idrici e igienici accessibili alle persone con disabilità.
Le scuole svolgono un ruolo cruciale nel promuovere la formazione di abitudini e comportamenti sani, ma nel 2021 molte non disponevano ancora di servizi idrici e igienici di base. Secondo gli ultimi dati del Programma di monitoraggio congiunto, a livello globale, il 29% delle scuole non dispone ancora di servizi di base per l’acqua potabile, con un impatto su 546 milioni di studenti; il 28% delle scuole non dispone ancora di impianti igienici (bagni) di base, con un impatto su 539 milioni di studenti; il 42% delle scuole non dispone ancora di impianti idrici (strutture per lavarsi le mani) di base, con 802 milioni di studenti.Inoltre un terzo dei bambini privi di servizi di base nelle loro scuole vive nei Paesi meno sviluppati e oltre la metà vive in contesti fragili. L’Africa subsahariana e l’Oceania sono le uniche due regioni in cui la copertura dei servizi igienici di base nelle scuole rimane inferiore al 50%; l’Africa subsahariana è l’unica regione in cui la copertura dei servizi di base per l’acqua potabile nelle scuole rimane inferiore al 50%.
E ancora, secondo il rapporto per raggiungere la copertura universale nelle scuole entro il 2030 sarebbe necessario aumentare di 14 volte gli attuali tassi di progresso per l’acqua potabile di base, di tre volte i tassi di progresso per gli impianti igienici di base e di cinque volte per gli impianti idrici di base. Nei Paesi meno sviluppati e nei contesti fragili, il raggiungimento della copertura universale degli impianti igienici di base nelle scuole entro il 2030 richiederebbe un aumento di oltre 100 e 50 volte dei rispettivi tassi di progresso attuali.
L’UNICEF si occupa anche di malnutrizione che ha lanciato un appello ai paesi del G7 ricordando che dall’inizio dell’anno, in 15 paesi un bambino al minuto – o 260.000 – colpito da malnutrizione acuta grave. Quasi 8 milioni di bambini sotto i 5 anni in 15 paesi colpiti da crisi rischiano di morire a causa di malnutrizione acuta grave e in 15 Paesi, l’UNICEF stima che almeno 40 milioni di bambini siano gravemente insicuri dal punto di vista nutrizionale; inoltre, 21 milioni di bambini sono gravemente insicuri dal punto di vista alimentare.Questo aumento della malnutrizione acuta grave si aggiunge ai livelli preesistenti di denutrizione infantile. Il mese scorso, l’UNICEF aveva avvertito che si trattava di una “miccia virtuale”. “Ora stiamo vedendo che la miccia dei livelli estremi di malnutrizione acuta fra i bambini si è innescata”, ha dichiaratola Direttrice Generale dell’UNICEF, Catherine Russell. “Gli aiuti alimentari sono fondamentali, ma non possiamo salvare i bambini che soffrono la fame con sacchi di grano. Dobbiamo raggiungere questi bambini immediatamente, tramite trattamenti terapeutici prima che sia troppo tardi”.
L’impennata dei prezzi dei generi alimentari causata dalla guerra in Ucraina, la persistente siccità dovuta ai cambiamenti climatici in alcuni Paesi, a volte combinata con il conflitto, e il persistente impatto economico del COVID-19 continuano ad aumentare l’insicurezza alimentare e nutrizionale dei bambini in tutto il mondo, causando livelli catastrofici di malnutrizione grave nei bambini sotto i 5 anni. In risposta, l’UNICEF sta intensificando i suoi sforzi nei 15 Paesi più colpiti: Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Haiti, Kenya, Madagascar, Mali, Niger, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen saranno inclusi in un piano di accelerazione per contribuire a scongiurare un’escalation di morti tra i bambini e mitigare i danni a lungo termine della malnutrizione acuta grave.