ROMA, 23 MAGGIO – Quattro indicatori chiave del cambiamento climatico – le concentrazioni di gas serra, l’innalzamento del livello del mare, il calore degli oceani e l’acidificazione degli oceani – hanno stabilito nuovi record nel 2021. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) , che viene citata dal sito Infocooperazione, questo è un altro chiaro segnale del fatto che le attività umane stanno causando cambiamenti su scala planetaria sulla terra, negli oceani e nell’atmosfera, con ramificazioni dannose e di lunga durata per lo sviluppo sostenibile e gli ecosistemi.
Il clima estremo causa ogni anno perdite economiche per centinaia di miliardi di dollari e un pesante tributo alle vite umane e al benessere innescando emergenze in materia di sicurezza alimentare e idrica alle quali è sempre più difficile far fronte.
Il rapporto appena pubblicato da WMO sullo stato del clima globale nel 2021 ha confermato che gli ultimi sette anni sono stati i sette anni più caldi mai registrati. Il 2021 è stato ‘solo’ uno dei sette più caldi a causa della Niña all’inizio e alla fine dell’anno. Ciò ha avuto un effetto di raffreddamento temporaneo, ma non ha invertito la tendenza generale all’aumento delle temperature. La temperatura media globale nel 2021 era di circa 1,11 (± 0,13) °C al di sopra del livello preindustriale.
Criticando ”la triste litania del fallimento dell’umanità nell’affrontare il cambiamento climatico”, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha utilizzato la pubblicazione del rapporto per chiedere un’azione urgente sulla transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. La proposta del segretario si basa su alcune azioni imprescindibili: dare maggiore accesso alla tecnologia e alle forniture di energia rinnovabile, almeno triplicare gli investimenti privati e pubblici nelle energie rinnovabili e segnare la fine dei sussidi sui combustibili fossili che ammontano a circa 11 milioni di dollari al minuto. ”È solo questione di tempo prima di vedere un altro anno più caldo mai registrato – ha affermato il Segretario generale del WMO, Petteri Taalas – Il nostro clima sta cambiando davanti ai nostri occhi. Il calore intrappolato dai gas serra indotti dall’uomo riscalderà il pianeta per molte generazioni a venire. L’innalzamento del livello del mare, il calore degli oceani e l’acidificazione continueranno per centinaia di anni a meno che non vengano inventati mezzi per rimuovere il carbonio dall’atmosfera. Alcuni ghiacciai hanno raggiunto il punto di non ritorno e questo avrà ripercussioni a lungo termine in un mondo in cui più di 2 miliardi di persone soffrono già di stress idrico”.
Il rapporto WMO sullo stato del clima globale integra il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC, che include dati fino al 2019 e sarà utilizzato come documento ufficiale per i negoziati delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici noti come COP27 che si svolgeranno in Egitto entro la fine dell’anno. Alla redazione contribuiscono decine di esperti degli Stati membri, inclusi i servizi meteorologici e idrologici nazionali (NMHS) e i centri globali di analisi e dati, nonché i centri climatici regionali, il programma mondiale di ricerca sul clima (WCRP), il Global Atmosphere Watch (GAW), il Global Cryosphere Watch e i servizi Copernicus Climate Change dell’UE. Oltre a questi il rapporto riceve contributi dai partner delle Nazioni Unite come FAO, WFP, OIM, UNHCR, la Commissione oceanografica intergovernativa dell’UNESCO (UNESCO-CIO) e l’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi (UNDRR).