‘Fight against corruption is a priority for UN in Vienna. We look forward to working with @UNODC and the international partners at the #COSP9 #UNCAC. #NoToCorruption #IACD2021′
ROMA, 14 DICEMBRE – E’ il tweet della Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna che partecipa alla Conferenza anti corruzione delle Nazioni Unite che si è aperta a Sharm el Sheik in Egitto.
La conferenza mondiale che vede riuniti 152 paesi con l’obiettivo di far avanzare l’azione di contrasto attraverso la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) e rafforzare le risposte alla pandemia di COVID-19, un appello a ripristinare la fiducia per affrontare le sfide della pandemia, e raggiungere lo sviluppo sostenibile.
La nona sessione della Conferenza degli Stati Parti dell’UNCAC si è aperta con un videomessaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, e gli interventi del Primo Ministro egiziano, Mostafa Madbouly; Harib Al Amimi (Emirati Arabi Uniti), presidente uscente dell’8a sessione; Hassan Abdelshafy Ahmed Abdelghany (Egitto), presidente della nona sessione; e la direttrice esecutiva dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) Ghada Waly.
“Combattere la corruzione è essenziale per proteggere i diritti umani e promuovere la responsabilità democratica. È un passo importante verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile”, ha dichiarato Guterres nel suo videomessaggio. “Questa Conferenza è la nostra occasione per riunirci per rafforzare la cooperazione e accelerare l’azione globale contro la corruzione. Ravviviamo la speranza e ridoniamo fiducia nelle istituzioni. Ora è il momento di agire per un futuro più sicuro, più prospero e giusto”.
Waly ha definito la pandemia di COVID-19 “un campanello d’allarme globale…Il mondo perde trilioni di dollari ogni anno a causa della corruzione, in un momento in cui ogni dollaro è necessario per aumentare gli investimenti pubblici”, ha detto nelle sue osservazioni di apertura. “Proprio come abbatte la resilienza ed espone le persone alle difficoltà, la corruzione consente di agire anche a criminali, trafficanti e terroristi”. Per la responsabile di UNODC “per superare veramente la corruzione endemica, dobbiamo mirare a un cambiamento fondamentale nella mentalità, che rifiuti la corruzione a tutti i livelli”, ha detto. “Dobbiamo inviare questo messaggio alle persone che serviamo, attraverso questa conferenza e attraverso le nostre azioni”.
Circa 152 paesi e un record di 2.133 partecipanti provenienti da governi, organizzazioni regionali e intergovernative, società civile, mondo accademico e settore privato si sono registrati per partecipare di persona e virtualmente alla conferenza, che continua fino al 17 dicembre. Settantacinque eventi collaterali, tra cui quattro eventi in vista della conferenza, sono stati organizzati a margine della sessione.
La nona sessione a Sharm El-Sheikh chiude un anno di azione globale contro la corruzione, dopo la prima sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNGASS) a giugno. Otto progetti di risoluzione e due progetti di decisione sono all’esame questa settimana, affrontando questioni tra cui la prevenzione, il ruolo delle istituzioni superiori di controllo, il recupero dei beni, l’educazione alla titolarità effettiva, la cooperazione in materia di applicazione della legge, gli approcci regionali e l’operatività della dichiarazione politica unGASS. Una risoluzione incentrata sulla lotta alla corruzione in tempi di emergenza e di ripresa, intitolata Dichiarazione di Sharm El-Sheikh, dovrebbe essere adottata durante la sessione.
L’INCONTRO DI ROMA
In contemporanea con la conferenza egiziana, a Roma si è tenuto l’incontro “La lotta alla corruzione internazionale da Palermo a Merida. Le sfide derivanti dalle criptovalute e i nuovi percorsi di recupero dei beni“, organizzato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna, UNODC – Ufficio delle Nazioni Unite sulla droga e il crimine e Fondazione Vittorio Occorsio.
“La nostra prossima sfida è la definizione di una Convenzione Onu sul Cybercrime” ha detto Giovanni Salvi, procuratore generale presso la Corte di Cassazione e presidente del comitato scientifico della Fondazione Vittorio Occorsio, nel corso dell’evento. Oltre a Salvi sono nitervenuti Francesco Viganò (componente del Comitato Scientifico Fvo e giudice costituzionale), Alan Bacarese (vicedirettore della Banca Mondiale), Ghada Waly (vicesegretaria Generale delle Nazioni Unite). L’evento, ha ribadito l’importanza di temi quali “l’acquisizione nel patrimonio pubblico dei beni che costituiscono il prezzo e il profitto del reato come strumento di contrasto al crimine transnazionale e alla corruzione e la definizione di un approccio efficace verso la diffusione dell’uso di criptovalute a fini criminali”. La fondazione Vittorio Occorsio ha preso parte alla Conferenza nel ruolo di think tank sull’Intelligenza artificiale e il cybercrime. Secondo Salvi “nel contesto attuale, l’aumento sempre più consistente del volume, della varietà, della velocità di gestione delle transazioni, dovuto anche all’enorme aumento delle prestazioni dei computer costituisce un’ulteriore difficoltà nell’accesso alle informazioni, elemento cruciale per il rispetto della legge”. E ha aggiunto: “Nella competizione tra l’immaginazione criminale e l’applicazione concreta della legge, chi arriva in ritardo perde sempre”.
Due giorni fa, proprio in occasione della Giornata mondiale dell’Onu contro la corruzione anche il ministro degli Esteri Luigi di Maio aveva lanciato un tweet sull’impegno dell’Italia:’ #Farnesina assicura la necessaria formazione di tutto il personale sul tema. #Lotta alla corruzione priorità per l’Italia impegnata a livello internazionale nella promozione cultura legalità e promozione trasparenza’. (@OnuItalia)