ROMA, 13 DICEMBRE – Un appello all’Italia a intensificare gli sforzi per rimediare agli impatti negativi dovuti a decenni di industrializzazione e’ stato rivolto oggi dal Relatore speciale dell’ONU sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento eco-compatibile di sostanze e rifiuti pericolosi, Marcos A. Orellana, il termine della sua visita in Italia dal 30 novembre al 13 dicembre.
Da Porto Marghera a Venezia, alla la zona rossa contaminata da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in Veneto, dal quartiere Tamburi vicino all’impianto ILVA a Taranto, alla Terra del Fuochi in Campania, fino all’impianto di termovalorizzazione di San Vittore, nel Lazio: sono state queste le tappe del’esperto dell’Onu che ha concentrato la sua visita su tre questioni chiave: siti contaminati, gestione dei rifiuti e pesticidi. “Le autorità dovrebbero garantire che le industrie utilizzino tecnologie e metodi di produzione che non danneggino la salute dei residenti. Ogni persona ha il diritto di vivere in un ambiente sano e privo di sostanze e rifiuti tossici”, ha concluso Orellana.
In un incontro-stampa a chiusura della visita, il Relatore ha toccato molte situazioni specifiche spesso al centro delle cronache.
Per la spazzatura di Roma “é indispensabili adottare politiche efficaci per ridurre i rifiuti”, ha affermato, prendendo atto che “la regione sta progettando di aumentare i tassi di riciclaggio e di migliorare la sua capacità di gestione dei rifiuti”. Preoccupazione e’ stata espressa per la situazione di Porto Marghera, “un enorme complesso industriale che per decenni ha trascurato la protezione ambientale ed ha rilasciato rifiuti contaminanti pericolosi”: di qui l’invito, a causa della gravità e dell’estensione dell’inquinamento, per l’attuazione del piano di bonifica con urgenza ed in maniera efficace su tutto il sito contaminato, monitorando al tempo stesso lo stato di salute dei residenti e prendendo in considerazione le informazioni in merito all’eccesso di mortalità, ai tumori ed alle malattie cardio-circolatorie.
Per il vasto territorio della Terra dei Fuochi in Campania – circa 500 siti contaminati sparsi su 90 comuni (tra il nord-ovest di Caserta e il nord-est di Napoli) – l’entità del problema non è ancora del tutto nota, ha detto Orellana: “Gli studi documentano un aumento della morbidità e della mortalità nelle persone che vivono nelle zone inquinate, oltre che una loro maggiore vulnerabilità al Covid-19″, ma, nonostante le richieste dell’esperto Onu, “le autorità sanitarie regionali non hanno fornito dati dettagliati che potessero confutare questi risultati”.
Preoccupazione e’ emersa anche per i livelli allarmanti di emissioni di Co2 dell’impianto Ilva di Taranto, che e’ classificato come il primo emettitore di Co2 in Italia. “Dovrebbe smettere di bruciare carbone per la produzione di elettricità”, afferma il relatore Onu nelle sue raccomandazioni. Secondo le informazioni ricevute da Orellana, l’impianto e il suo processo produttivo sono obsoleti: “Adesso che lo Stato è diventato uno dei comproprietari dello stabilimento, dovrebbe accelerare la bonifica dei siti contaminati, così come la trasformazione dell’Ilva in modo che la contaminazione dello stabilimento cessi di mettere in pericolo la salute umana e l’ambiente. Il Ministero della Transizione Ecologica non dovrebbe ignorare le conclusioni dell’ARPA Puglia”, secondo cui le future attività previste per l’impianto avrebbero un impatto inaccettabile sulla salute umana e sull’ambiente.
Altra nota dolente viene dall’inquinamento da PFAS (anche noti come prodotti chimici eterni perché persistono e non si degradano nell’ambiente) in alcune aree della regione Veneto. Più di 300.000 persone nella regione sono state colpite dalla contaminazione dell’acqua da PFAS, compresa l’acqua potabile. I residenti della zona hanno sofferto gravi problemi di salute, come infertilità, aborti e diverse forme di tumori, tra gli altri. “La dimensione umana del problema ci è stata presentata da una delle madri che abbiamo incontrato durante la visita: ‘Potete immaginare cosa significa per una madre rendersi conto di aver avvelenato i propri figli attraverso il latte materno?'”.
Orellana, nelle sue conclusioni ha d’altra parte notato i progressi fatti dall’Italia verso la giustizia ambientale, in particolare con l’adozione della legge 68 del 2015 sui crimini ambientali. Ha tuttavia espresso profonda preoccupazione perche’ Italia esporta pesticidi messi al bando dall’Unione Europea e chiesto di por fine a questo “abominevole doppio standard”.
Durante la sua visita Orellana ha incontrato rappresentanti del governo, autorità regionali e locali, membri della comunità, avvocati, medici e membri della società civile. L’esperto delle Nazioni Unite presenterà i suoi risultati e le sue raccomandazioni al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel settembre 2022. (@OnuItalia)