NEW YORK, 3 DICEMBRE – Si sono svolte oggi, presso la Rappresentanza Permanente d’Italia a New York, le consultazioni annuali tra il Dipartimento per le Operazioni di Pace delle Nazioni Unite (DPO) e il CoESPU (Centre of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza. Le consultazioni – aperte dal Vice Rappresentante Permanente italiano, Amb. Stefano Stefanile, e dall’Assistant Secretary General, Alexander Zouev – hanno visto la partecipazione dell’Addetto per la Difesa e Consigliere Militare della Rappresentanza italiana, Gen. D. Fabrizio Parrulli, del Direttore del CoESPU, Gen. B. Giovanni Barbano, e di alti funzionari del DPO. Era rappresentato anche l’Ufficio del Consigliere Militare presso la Rappresentanza degli Stati Uniti all’ONU, nella persona del Col. Glenn Sadowsky.
La riunione si inserisce nel quadro dell’accordo di cooperazione (il primo di questo genere concluso dalle Nazioni Unite) firmato nel 2010 tra il CoESPU di Vicenza – gestito dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con gli USA e preposto alla formazione di “Caschi Blu” nel settore delle forze di polizia – e l’ONU.
Con oltre 12.000 unità formate (fra cui oltre 1400 donne) provenienti da 124 Paesi (soprattutto dai Paesi africani), il Centro di Vicenza si conferma una struttura all’avanguardia per l’addestramento dei Caschi Blu.
Al centro della riunione odierna, l’andamento della cooperazione con le Nazioni Unite, i risultati raggiunti e la valorizzazione dei tre pilastri di azione dell’Italia nel settore del mantenimento della pace: 1. Risorse umane (l’Italia e’ il primo contributore di truppe fra i Paesi occidentali) e finanziarie (e’ il settimo contributore al bilancio del peacekeeping ONU); 2. Dottrina e formazione (nei negoziati al Palazzo di Vetro e a Vicenza, anche nel settore della violenza sessuale e di genere nel quadro della protezione dei civili); 3. Logistica (con la base di Brindisi, divenuto vero e proprio Centro di Servizio Globale delle missioni di pace delle Nazioni Unite).
L’Italia resta tra i partners occidentali piu’ impegnati a sostegno delle operazioni di pace delle Nazioni Unite. Un impegno riconosciuto non solo per la quantita’ e la qualita’ delle risorse impiegate, ma anche per la cultura e il “modo” di fare peacekeeping, basato su un approccio integrato che pone enfasi sulla collaborazione civile, militare e di polizia e sul dialogo con le popolazioni civili, con un’attenzione particolare anche all’impatto ambientale delle missioni di pace e alla protezione del patrimonio culturale nelle situazioni post-conflittuali. (@OnuItalia)