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Pena di morte: 2440 città in blu. Sant’Egidio, ‘pandemia millenaria che si va esaurendo’

ROMA, 1 DICEMBRE – Il mondo si è mobilitato nella Giornata contro la pena di morte organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Monumenti illuminati e migliaia di iniziative in oltre 2400 città del mondo, tante in più le Nazioni abolizioniste mentre diminuiscono le esecuzioni capitali. Sono precisamente 2446 in 70 Paesi di tutti i continenti le città che hanno celebrato la ventesima edizione della Giornata internazionale ‘Cities for Life, Città per la Vita – contro la pena di morte’. L’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per diffondere la cultura del rispetto per la vita, allo scopo di arrivare ad un mondo senza pena di morte, celebra ogni anno il giorno in cui il Granducato di Toscana, primo Stato nel mondo, abolì la pena capitale (30 novembre 1786).
Da Roma a Madrid, Parigi, Berlino, Manila e Città del Messico si sono svolte numerose iniziative che sono culminate con l’illuminazione di alcuni monumenti simbolo, come il Colosseo a Roma, sui quali è stata proiettata la scritta ‘Non c’è giustizia senza vita’. In questi ultimi venti anni il messaggio contro la pena capitale ha fatto breccia nelle opinioni pubbliche del mondo e tra la classe politica, la moratoria sull’uso della pena di morte lo scorso anno è stata infatti votata da 123 Paesi all’Assemblea generale dell’Onu. Le adesioni a ‘Città per la Vita’ sono passate da 69 città nel 2002 alle oltre 2400 del 2021. Ma il dato più importante è che attualmente i Paesi abolizionisti sono diventati 108, a cui vanno aggiunti altri 28 abolizionisti de facto e 8 che lo sono per crimini ordinari. I Paesi che la mantengono sono 55 (nel 1988 gli abolizionisti erano appena 35 e i conservatori 101). Sono stati fatti quindi grandi progressi e solo negli ultimi tre anni la Mongolia, la Guinea, il Burkina Faso, Guatemala, Armenia e altri sette Paesi hanno abolito la pena di morte.
Per valutare le esperienze positive, i passi intrapresi e il grande lavoro che c’è ancora da fare, nel contesto delle celebrazioni si è svolto il webinar ‘No Justice Without Life – Per un mondo senza pena di morte’, con la partecipazione attivisti, giuristi e protagonisti delle istituzioni da David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo a Tawakull Karman, premio Nobel per la pace 2011, a Bessolé René Bagoro, ex ministro della giustizia del Burkina Faso.

David Sassoli

L’incontro è stato moderato da Mario Marazziti, coordinatore della campagna per la moratoria universale della pena di morte della Comunità di Sant’Egidio, il quale ha posto l’accento sui progressi compiuti in questi due decenni e ha messo in relazione la difesa della vita con lo sforzo profuso dai governi in questo momento per tutelare per popolazioni dal Covid 19. ”Siamo dentro l’accelerazione della storia – ha detto Marazziti-, si è fissato un nuovo standard etico per la giustizia, ed è sempre più imbarazzante il ricorso alla pena di morte, una vergogna che ricade sui governi che stanno comprendendo che non possiamo essere mai come chi crea nuove vittime…La pena di morte è una pandemia millenaria che si va esaurendo”.
David Sassoli, ha evidenziato che la pena di morte non ha mai fatto da deterrente e che le punizioni capitali sono un fallimento che mortifica i rapporti sociali. ”Una pratica inaccettabile contro la quale le istituzioni Ue sono in prima linea. Non possiamo essere indifferenti – ha concluso – e non può esserci giustizia senza pieno rispetto diritti umani, il diritto vita deve essere valorizzato in ogni angolo del mondo”.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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