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venerdì, Dicembre 13, 2024

Afghanistan: Massari alla Camera su situazione umanitaria e risposta politica

NEW YORK/ROMA, 11 NOVEMBRE – Come puo’ la comunita’ internazionale contribuire a evitare il collasso economico dell’Afghanistan attraverso azioni di assistenza che non implichino transazioni finanziarie dirette con i talebani? Questo interrogativo e’ stato tra i punti toccati nell’intervento oggi alla Camera del Rappresentante Permanente italiano all’Onu, Maurizio Massari.

“Parliamo di programmi di sostegno socioeconomico nelle diverse aree e province del paese, parliamo del pagamento di salari a insegnanti, a personale sanitario e così via”, ha detto l’Ambasciatore informando i deputati della Commissione Esteri dei modelli di intervento allo studio e delle difficolta’ ne rendono difficile l’applicazione in Afghanistan dove c’è un problema strutturale di mancanza di valuta locale a causa del collasso e della chiusura di fatto del sistema bancario. Né è possibile l’utilizzo di valuta straniera secondo quanto hanno decretato i talebani.

La risposta in termini di sostegno socio-economico diretto alla popolazione afghana e di fornitura di servizi essenziali e’ stato uno dei temi trattati dall’Ambasciatore italiano all’ONU nel corso dell’audizione.Massari ha affrontato anche la risposta politica e quella umanitaria alla crisi. Dopo la caduta di Kabul, il 15 agosto scorso, le Nazioni Unite hanno lanciato due forti messaggi, uno alla popolazione afghana ed uno, quindici giorni dopo, alle Autorità de facto da poco insediatesi. Il primo messaggio sono state le parole del Segretario Generale Guterres: “We will stay and deliver”, il secondo la Risoluzione 2593 passata il 30 agosto con 13 voti favorevoli e le astensioni di Russia e Cina: tre gli obiettivi principali: garantire il cosiddetto “passaggio sicuro” ossia la possibilità per i cittadini afghani di lasciare il Paese in sicurezza; assicurare un accesso umanitario senza ostacoli; scongiurare il rischio che il territorio afghano sia utilizzato come base per attacchi terroristici e per reclutamento e training di formazioni estremistiche.

A tali priorità immediate, l’Italia e gli alleati, anzitutto l’Unione Europea, hanno aggiunto altre priorità, arricchendo i contenuti dell’azione internazionale con la tutela dei diritti di donne, ragazze e minoranze, la necessità di dar vita ad un governo inclusivo e di evitare il collasso economico del Paese. Massari ha ricordato le iniziative di cui l’Italia si e’ fatta promotrice a livello di G20 e gli sforzi diplomatici messi in campo dai vari attori regionali, con la Russia molto profilata, ma anche l’Iran che ha ospitato lo scorso 27 ottobre una nuova Conferenza dei Ministri degli Esteri dei Paesi confinanti, inclusa anche la Cina. L’Ambasciatore ha sottolineato il ruolo svolto anche in raccordo con le Nazioni Unite dal Qatar, che sta promuovendo un approccio di ingaggio realistico della  nuova dirigenza afghana senza pero’ valicare quelle linee rosse che sono rappresentate dal riconoscimento del nuovo regime. 

Quanto alla risposta umanitaria, il Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari dell’ONU che presiede OCHA – il britannico Griffiths – si e’ recato in Afghanistan per promuovere l’azione delle Nazioni Unite e ha potuto parlare a piu’ riprese con i massimi esponenti talebani per le modalita’ di svolgimento di questa assistenza umanitaria in loco. I Talebani si sono impegnati, attraverso una lettera inviata dal loro di fatto “Ministro degli Esteri” allo stesso Griffiths, per garantire il pieno accesso alla popolazione bisognosa di assistenza e alla protezione e piena liberta’ di movimento degli operatori umanitari e all’inviolabilità dei compound delle Nazioni Unite. Questo sta consentendo alle Nazioni Unite di portare avanti l’azione umanitaria sul terreno attraverso le sue diverse agenzie cercando di coordinare anche in loco circa 150 ONG. Secondo la valutazione che si fa a New York, i convogli umanitari godrebbero di una soddisfacente liberta’ di movimento tra le diverse province afghane – cio’ anche perche’ e’ dovuto alla cessazione di diffusi conflitti tra esercito governativo e talebani che esistevano in precedenza – che non esclude il personale femminile umanitario: “Nonostante i terribili fatti di cronaca sulle donne afghane che i media ci descrivono purtroppo quotidianamente, dal punto di vista strettamente umanitario, le Nazioni Unite riportano un quadro accettabile della liberta’ di movimento delle operatrici umanitarie“, ha detto l’Ambasciatore: “Questo dato e’ tanto piu’ importante se si considera che le donne afghane bisognose d’assistenza possono essere raggiunte soltanto da operatrici dello stesso sesso, senza la cui liberta’ di lavorare meta’ della popolazione ovviamente sarebbe esclusa dall’assistenza a causa delle restrizioni imposte dai Talebani”. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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