KABUL/ROMA, 23 AGOSTO – Dopo gli Stati Uniti, l’Italia è il Paese che percentualmente ha portato via il maggior numero di collaboratori afgani dal paese caduto nelle mani dei Talebani. Lo ha detto al Tg4 l’Ambasciatore Stefano Pontecorvo che, in qualita’ di lAlto rappresentante civile della Nato a Kabul, sta gestendo le operazioni di evacuazione dall’aeroporto della capitale per tutti i Paesi dell’Alleanza atlantica.
Gli Stati Uniti hanno evacuato 10.400 persone da Kabul nella sola giornata di domenica 22 agosto, il numero più alto registrato dall’inizio delle operazioni e dalla presa della capitale afgana da parte dei talebani. Sono stati utilizzati 28 aerei militari (25 C-17 e 3 C-130). Il numero di persone evacuate a partire dallo scorso 14 agosto e’ salito cosi’ a circa 37 mila.
Intanto, tra le persone impegnate da giorni in prima linea nella gestione dell’esodo, si e’ distinto il console d’Italia a Kabul, Tommaso Claudi. In alcune foto diventate virali sui social, si vede Claudi mentre aiuta un bambino, spaventato dalla ressa e in lacrime, a superare un muro nel perimetro interno dell’aeroporto, dove si accalcano le persone in attesa di un volo per fuggire.
Claudi, che indossa il giubbotto antiproiettile, solleva il bambino prendendolo dalle braccia di un uomo che glielo porge e sottraendolo così alla calca delle persone in attesa – tra cui donne e bambini – sotto lo sguardo di un soldato. “Grazie Tommaso”, ha scritto su Twitter il segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi, rilanciando gli scatti.
Il console ha appena 30 anni e viene da Macerata. In diplomazia dal 2017, quella di Kabul e’ la sua prima sede all’estero. “La principale difficoltà consiste nel far accedere i connazionali e i nostri collaboratori afghani ai cancelli dell’aeroporto, dove si accalca la folla che vuole entrare”, ha detto in una intervista al Corriere della Sera: “Questo è un aspetto che, in una situazione confusa, richiede una impegnativa attività di costante monitoraggio, negoziato e raccordo anche con i colleghi di altri Paesi(@OnuItalia)