ROMA, 5 AGOSTO – Riparte con nuove ambizioni il programma dei corridoi umanitari. È stato firmato oggi un nuovo protocollo tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), la Tavola Valdese e i ministeri dell’Interno e degli Esteri per l’ingresso in Italia di altri mille profughi attualmente ospitati in Libano attraverso la best practice riconosciuta a livello internazionale e che è stata replicata con progetti analoghi in Francia, Belgio, Andorra e San Marino.
Hanno siglato l’intesa con lo Stato italiano Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Luca Maria Negro, presidente della FCEI, Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese, Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e il prefetto Michele di Bari, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione.
Grazie ai primi due accordi del 2015 e del 2017 sono già arrivati in sicurezza e legalmente in Italia oltre 2.000 profughi (in gran parte famiglie e soggetti in condizioni di vulnerabilità provenienti dalla Siria), con un progetto interamente autofinanziato, che permette non solo di salvare dai trafficanti e dai rischiosissimi viaggi nel Mediterraneo, ma facilita l’integrazione nel nostro Paese.
I mille beneficiari del nuovo accordo, della durata di due anni, verranno selezionati dalle associazioni firmatarie in Libano e in altri paesi di transito interessati da situazioni di emergenza umanitaria.
“Sono trascorsi 5 anni dal primo protocollo che ha istituito i corridoi umanitari e tante cose sono cambiate a causa della pandemia. Purtroppo la crisi migratoria è andata peggiorando”, ha detto Impagliazzo osservando che questo accordo, firmato un anno dopo la terribile esplosione che ha devastato Beirut, “rappresenta un segnale di speranza anche per il Libano e vuole venire incontro ai bisogni di un Paese che sta attraversando una gravissima crisi politica, economica e sociale e che, nonostante questo, continua ad accogliere il più alto numero di profughi rispetto alla popolazione”.
Secondo Negro della FCEI, la firma di un ulteriore protocollo per la realizzazione di corridoi umanitari “conferma la validità di una semplice intuizione di sei anni fa: l’apertura di vie legali, sicure e sostenibili è l’alternativa più efficace alle morti in mare e alla tratta di esseri umani. Per questo, come chiese evangeliche, continueremo a lavorare con i nostri partner in Europa affinché facciano pressione sui loro governi per allargare le vie legali e sicure di ingresso nei rispettivi Paesi”. (@OnuItalia)