NEW YORK/ROMA, 15 GIUGNO – Il “dovere morale” di imparare dalle lezioni della pandemia e raddoppiare gli sforzi per costruire un mondo post-pandemia più inclusivo implementando la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita’ e’ stato al centro dell’appello lanciato oggi dalla Ministra per le Disabilita’, Erika Stefani, alla 14ma Sessione della Conferenza degli Stati Parti.
“La pandemia ha portato alla luce molti aspetti critici dei nostri sistemi di welfare. La nuova fase che stiamo vivendo oggi, quella della ripartenza, ci obbliga a fare un bilancio di quanto è accaduto”, ha detto Stefani chiedendo piu’ investimenti nella “promozione” come principale strumento di inclusione e, di conseguenza, anche di tutela dei diritti.
“Allo stesso tempo – ha osservato la ministra – i politici, così come tutti gli altri attori coinvolti, devono puntare a consolidare il mainstreaming della disabilità: la società a cui aspiriamo non ha bisogno di politiche separate e speciali, ma di politiche sempre più inclusive”.
L’attenzione alle persone con disabilità caratterizza trasversalmente tutte le misure del Piano italiano di recupero e resilienza, in linea con la Convenzione. Il progetto individuale, ad esempio, la cui realizzazione e potenziamento sono previsti all’interno del Piano, persegue, infatti, l’obiettivo di raggiungere la piena integrazione delle persone con disabilità attraverso una pianificazione complessiva degli interventi, in ogni dimensione o sfera del vivere. “La nostra prospettiva mira a considerare la persona con disabilità nella sua complessità e in una visione multidimensionale, attenta non solo ai ‘bisogni’ materiali, ma anche a quelli esistenziali, relazionali, affettivi, educativi e culturali.
Per garantire che gli interventi che finanziamo siano inclusivi, l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità monitorerà che le riforme proposte nel Piano di recupero e resilienza siano pienamente inclusive e non discriminatorie. (@OnuItalia)