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Giustizia: Cartabia, contro la corruzione risposta personale e collettiva

NEW YORK, 2 GIUGNO – “Non rimanere complici di una cultura della corruzione”, un mostro che ogni giorno si fa “più complesso e sofisticato” permeando nuove aree di rischio come lo sport, le emergenze e le crisi, deve essere “un impegno personale”. Questo il messaggio della ministra della Giustizia, Marta Cartabia nell’intervento con cui ha partecipato da remoto alla Sessione speciale sulla Corruzione, organizzata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York dal 2 al 4 giugno.

“La corruzione è una minaccia globale, che mette alla prova le nostre società e le nostre economie. Ostacola la crescita economica sostenibile e distorce la concorrenza sul mercato, minando lo Stato di diritto e la fiducia tra cittadini e Governi. Costituisce, inoltre, un grave ostacolo allo sviluppo della prosperità e della sicurezza dei nostri Paesi e le nostre comunità, ha detto Cartabia che ha poi citato il giudice Paolo Borsellino ucciso il 19 luglio 1992 dalla mafia a Palermo: “Un forte alleato nella lotta alla corruzione è ‘la bellezza del fresco profumo della libertà’”.

Questa visione e questa speranza “ora continuano a vivere, attraverso lo sforzo di costruire istituzioni pubbliche saldamente radicate nella cultura dello stato di diritto che deve essere imprescindibile dalla salvaguardia della democrazia e dalla tutela dei diritti umani” ed e’ proprio “questa visione che ha spinto il legislatore italiano ad adottare una normativa avanzata e un codice antimafia innovativo per introdurre nel nostro ordinamento il modello di riutilizzo sociale dei beni confiscati”, ha detto la ministra. Modello italiano che è “stato riflesso nella Dichiarazione politica (par.49)” che sarà adottata nel corso di questa Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Gli effetti della corruzione sono “dannosi per tutta la società”, ha detto il presidente dell’Assemblea Generale Volkan Bozkir nel primo giorno della sessione speciale convocata per galvanizzare la volontà politica di combattere il flagello. “Non possiamo fingere che non ci fossero problemi prima della pandemia”, ha detto Bozkir: “Il crimine finanziario transnazionale e la corruzione sono purtroppo comuni nel nostro mondo interconnesso e interdipendente” e restano “una delle sfide più critiche per gli Stati, le istituzioni e le comunità”.

La Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale il 31 ottobre 2003 e aperta alla firma a Merida dal 9 all’11 dicembre dello stesso anno, è entrata in vigore a livello internazionale il 14 dicembre 2005: ad oggi 187 Stati hanno ratificato il trattato, ma ancora molta strada è da fare. Ed è proprio su impulso di alcuni Paesi firmatari che è stata convocata la tre giorni di interventi e confronti. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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